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7Guns

7Guns
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Dieci milioni per uccidere sei persone. Fanno parte di un gioco ideato da una mente malata e anonima che a sette persone invia un pacco con una rivoltella e delle istruzioni per trovare e uccidere gli altri entro le prossime 48 ore. L’ultimo pacco viene recapitato in piena notte al settimo e ultimo giocatore che dovrà scovare gli altri sei, recuperare le loro pistole e non farsi ammazzare. Sette persone, sette essere umani, sette pistole, sei probabili delitti e un solo vincitore, che si aggiudicherà una cifra spropositata per semplici impiegati aziendali quali sono loro. È proprio su questo e sulla condizione di ciascun giocatore che si basa il gioco fatale. Sono tutti moderni schiavi, con vite mediocri e stipendi dignitosi ma non sufficienti a cambiare la loro esistenza grigia. Dieci milioni o parte di essi però possono rivoluzionare la vita di chiunque. Per questo, l’ultimo e settimo giocatore vuole condurre il gioco a suo modo suo ed è disposto anche a chiedere aiuto ai suoi colleghi di ufficio pur di risalire alla mente diabolica che c’è dietro al letale ingranaggio. Ma i soldi ci sono realmente o è tutto un bluff? Il gioco al massacro è reale o solo fiction? L’unica cosa sicura è che ci sono sette rivoltelle pronte e ben lucide nelle mani di altrettanti individui pronti a tutto e il tempo a loro disposione non è affatto molto…

“Il numero tre esce dalla camera completamente slegato, si libera dalle finte manette di cavi e con l’aiuto del collega li usa velocemente per ammanettare gli altri. Scusate, ma cinque milioni sono un sacco di soldi”. Il meccanismo delle otto ore di lavoro è davvero così alienante e devastante? Secondo l’autore di 7Guns sembrerebbe proprio di sì, tanto che tutti i protagonisti di questo originalissimo noir sono disposti a tutto pur di cambiare vita. E come si cambia vita solitamente in età adulta? O decidendo di rompere i ponti con tutto e tutti o venendo in possesso di una somma talmente sfacciata da potersi permettere di diventare un’altra persona. Dieci milioni per non morire e per eliminare tutti gli avversari sono una cifra congrua. Chi ha dato vita al gioco e spedito i pacchi con le pistole lo sa… non gli resta che stare a guardare da una finestra privilegiata cosa succede alle sette vittime scelte casualmente tra tutti gli impiegati. Il romanzo di Fred B., pseudonimo di un montatore e scrittore cinematografico romano alle prese con il suo primo lavoro letterario, è incalzante nel senso più ampio del termine: la struttura narrativa, la lunghezza delle pagine, il tempo a disposizione dei personaggi, il fine ultimo del gioco. Tutto porta il lettore a volere finire il libro in tempo. Poi ci si chiede: ma in tempo per cosa? E si comprende che l’intento autoriale è stato recepito inconsciamente fino alla fine e che 7Guns è una straordinaria sperimentazione narrativa contemporanea in cui la trama è solo un pretesto. Un libro vivente, minaccioso come un’entità demoniaca che se non ti sbrighi a leggerlo ti prenderà alla gola e ti intimerà di entrare nel gioco, trovare tutti gli altri lettori e ucciderli.