
Roberto Battestini è un fumettista con una famiglia complicata. I suoi due fratelli erano rapinatori e hanno trascorso buona parte delle proprie vite in carcere; tutti loro però sono stati figli dello stesso padre: un padre complicato, distaccato, e si potrebbe dire anche all’antica, ma forse ciò significherebbe in qualche modo ridurne il peso. E Roberto, adesso che il genitore è morto, vuole cercare di venire a capo di quel rapporto che ha segnato la sua vita. Avendo infatti portato sulle spalle il peso di essere l’unico figlio maschio “buono”, sente comunque di averlo deluso in mille modi diversi, soprattutto per aver scelto un lavoro artistico che agli occhi di un uomo d’altri tempi non è mai parso un vero lavoro. Alla vita di Roberto e al rapporto con il padre, però, si alternano anche altre vicende, come quella di un bisnonno che si rese colpevole di omicidio e, per fuggire, attraversò a nuoto il fiume Tronto, oppure la storia di Abramo e Isacco, con quel sacrificio (solo potenziale?) che segna in modo epocale la narrazione biblica. Storie di straziante dolore, di redenzione e persino di speranza, che si miscelano l’una all’altra per cercare di venire a capo di un enigma vecchio come il mondo: il mistero della parola “paternità”…
Questa è un’opera che parte con un’apparente lentezza, e che richiede un certo tempo per essere assimilata. All’inizio, in effetti, si ha la sensazione di stringere tra le mani l’ennesima storia famigliare come ce ne sono ormai tante nel mercato editoriale. Poi, però, ci si rende conto ben presto che vi sono deviazioni, storie su storie che si sovrappongono, sia nello svolgimento che nel senso, iniziando a generare visioni inattese. E accompagnati quindi dalla matita e dalla penna di Battestini, ci si ritrova avvinghiati in una melassa visiva che non lascia scampo. Con l’avvicinarsi del finale poi molte delle storie iniziano ad aumentare di intensità, ma senza diventare mai realmente complesse: alcune di esse si riducono infatti a poche vignette silenziose, eppure tanto basta per lasciare il lettore senza parole. Riuscire a fare questo senza cadere nel retorico non è cosa semplice, dato che affrontando certi argomenti questa minaccia è sempre a un passo, ma Battestini ci riesce. Conoscevo sino a oggi questo autore solo di fama, ma dopo aver letto una simile graphic novel non potrò più concedermi di perdere nessuna sua opera. Questo, in conclusione, è uno di quei (tanti) fumetti che potrebbero essere posti come esempio tra le mani di chi dubita ancora che essi siano una forma d’arte del tutto pari al romanzo.