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Acqua di sole

acquadisole

Terlizzi, 31 dicembre 1955. Un urlo di donna infrange l’atmosfera serena e festosa della vigilia. Margherita è in cucina a impastare il dolce e quel grido la scuote. Quando ha partorito Michele sette anni prima, lei non ha urlato in quel modo. Le grida di Elisa al piano di sopra sono forti, tremende e all’improvviso tutti in casa corrono come matti. Zio Andrea afferra il cappotto ed esce per cercare il dottore. Zia Maria afferra panni puliti dalla credenza e chiede al piccolo Michele di pregare la Madonna di Sovereto, prima di fuggire in bagno a vomitare per la tensione, che tutto quel dolore la sconvolge, lei che non ha avuto figli da Andrea e non sa cosa significa. Finalmente il dottor Cagnetta arriva e non si può fare altro che aspettare. Certo che un parto così difficile non è un buon auspicio per il nuovo anno. Verso mezzanotte l’atmosfera in casa cambia e sembrano tutti contenti. Michele sgattaiola al piano di sopra per spiare gli adulti riuniti nella camera di zia Elisa e dato che nessuno fa caso a lui, il bimbo entra a osservare. È nata una bambina, ha una cuginetta. Ci ha messo tanto, ma ora è parte della famiglia. Michele guarda spaventato il letto insanguinato, quel sangue che macchia il pavimento, le mani del dottore, la nuova nata: Nella. Un nuovo membro è entrato a far parte della famiglia Gentile e mentre avverte un’ondata di gioia farsi strada nel suo petto di bambino, Michele sente anche il frastuono che irrompe dalle finestre. È giunto l’anno nuovo e nel vicinato si festeggia. È un inverno difficile quello che devono affrontare i Gentile, produttori di fiori. Tanta neve, troppa, e la paura di non riuscire a far ripartire gli affari a marzo. Per fortuna hanno la famiglia Fiorenza come cliente, ricchissimi produttori di profumi e cosmetici che con un solo ordine possono farli campare per un anno grazie all’incasso…

È tra Terlizzi e Bari che si sviluppano nel corso degli anni ’50 le vicissitudini di due famiglie appartenenti a diverse classi sociali. I Gentile, produttori di fiori, rudi contadini semi analfabeti e legati alle regole e alle difficoltà della vita in campagna, e i Fiorenza, facoltosi produttori di profumi e prodotti cosmetici, abituati alle apparenze, agli obblighi di classe e a nascondere per quanto possibile errori e imbarazzi. Nel corso della narrazione grande spazio viene dato ai bambini, in particolare a Michele Gentile e a Teresa e Vittoria Fiorenza, che con i loro occhi riescono a vedere ben oltre le maschere indossate dagli adulti e tentano di fare la loro parte, nei limiti delle loro forze infantili, per portare serenità ed equilibrio in famiglia. Bianca Rita Cataldi è autrice e editor (nonché traduttrice e insegnante di scrittura creativa) di origini baresi. Laureata in Filologia romanza ha all’attivo pubblicazioni con Les Flâneurs Edizioni (Isolde non c’è più) e HarperCollins Italia (I fiori non hanno paura del temporale), attualmente vive a Dublino dove sta conseguendo il dottorato di ricerca in lingue e culture presso l’University College. Nella saga familiare raccontata in Acqua di sole è riuscita a dare corpo al contesto storico e sociale in cui i personaggi si muovono, ha evidenziato le dinamiche emotive che possono svilupparsi all’interno delle famiglie numerose, dalle rivalità ai conflitti sentimentali, creando figure umane e concrete. Il romanzo raggiunge una sua conclusione, ma è evidente che potrebbe prestarsi anche allo sviluppo di un seguito, per raccontare l’esistenza delle giovani generazioni dei Gentile e dei Fiorenza. E si sa, ai lettori le saghe familiari che si sviluppano nel tempo, piacciono non poco.