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Addio a Luca Serianni

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Luca Serianni è morto. Parole difficili da scrivere, anche solo da pensare, ma così è: il professore se n’è andato. Era stato investito lunedì 18 luglio a Ostia, mentre attraversava la strada sulle strisce pedonali. Un incidente, una disgrazia; una diagnosi che non lasciava speranze: coma irreversibile.



Serianni se n’è andato in una calda mattinata del 21 luglio, all’età di settantaquattro anni. Era nato a Roma il 30 ottobre del 1947; nel 1970 la laurea in Lettere, sotto l’egida di Arrigo Castellani. Poi, una carriera grandiosa come docente di Storia della lingua italiana a Siena, L’Aquila, Messina e alla “Sapienza” di Roma, dove è diventato una vera e propria istituzione, insegnando per trentasette anni, fino al 2017. Serianni era un gigante. Un professore raro, rarissimo; uno studioso ineguagliabile; un uomo dalla vasta cultura condita da una profonda umanità. Un linguista, un filologo, che ha fatto ruotare la sua esistenza attorno alla parola, alla lingua italiana, declinata in tutti i suoi aspetti, tant’è che la sua Grammatica, scritta con Alberto Castelvecchi nel 1988, rimane un pilastro, un documento autorevole e fondamentale nello studio della nostra lingua. Ma, descrivere la lunga e proficua attività di Luca Serianni, le diverse cariche che ha rivestito durante la sua esistenza, è impresa impossibile (solo per citarne alcune: accademico della Crusca, accademico dei Lincei, vicepresidente della Società Dante Alighieri). Rimarrà stampata nella memoria collettiva la lezione di congedo che il professore ha tenuto il 14 giugno del 2017, nell’Aula 1 della facoltà di Lettere della “Sapienza”, gremita di folla; un evento in cui ha affrontato il tema dell’insegnamento dell’italiano nell’università e nella scuola, affermando che la sua idea di Stato era racchiusa proprio negli studenti. Con Luca Serianni se ne va una delle voci più autorevoli della cultura italiana; un uomo perbene, un docente che ha fatto del proprio lavoro una missione di vita. E la mancanza di tale voce lascia, in chi ha avuto l’onore di conoscerlo e studiare con lui, un vuoto incolmabile.



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