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Akropolis - La grande epopea di Atene

Akropolis - La grande epopea di Atene

Valerio Massimo è un ventenne, studente di lettere classiche presso l’Università di Bologna. Con un amico decide di impiegare i propri esigui risparmi per intraprendere un viaggio estivo in Grecia, quasi una sorta di pellegrinaggio, per visitare tutti i luoghi che hanno segnato una svolta sia per gli uomini dell’età classica, che per quelli di tutte le epoche successive. Dopo la visita di Atene, dove vivono l’emozione di leggere l’epitaffio di Tucidide sull’Acropoli, visitano Argo, Micene, Epidauro, Delfi, le Termopili, Olimpia e via fino a Itaca, patria dell’eroe omerico Odisseo. Durante il viaggio di ritorno in traghetto conoscono una coppia di ateniesi diretti in vacanza in Italia, Kostantinos Stavropoulos e sua moglie Alexandra, con i quali nasce un’amicizia che Valerio Massimo coltiverà per molti anni. È proprio al suo amico Kostaki, ormai vecchio e costretto a letto, che un Valerio Massimo già famoso autore farà pervenire i capitoli del saggio che si ripromette di scrivere, dedicato agli antichi ateniesi. Saggio che si apre con le origini mitiche della città di Atene, così chiamata in onore della dea Atena, generata senza l’intervento di un utero materno direttamente dalla testa di Zeus, il padre di tutti gli dèi, con l’aiuto di Efesto, il dio-fabbro. Quest’ultimo ben presto reclama Atena in moglie, arrivando con lei a una colluttazione che porta alla generazione di un bambino, Erittonio, futuro re di Atene. Proprio attraverso questo fanciullo, Atena si lega moralmente alla città attica, per il controllo della quale entra in competizione con il dio del mare Poseidone, che supererà donando agli abitanti della città una pianta di ulivo. Da questa gli ateniesi, e più in generale tutti i greci, ricaveranno un legno estremamente robusto e l’olio, usato come nutriente alimento, corroborante per i muscoli di atleti e guerrieri, e combustibile per illuminare case e templi…

In questo saggio storico, Valerio Massimo Manfredi, autore e archeologo, ci accompagna di nuovo in Grecia con la stessa passione di sempre, dopo aver esplorato, tra gli altri, i mondi etrusco, romano, egizio e siriano. Quello che stupisce e rende ancora più appassionante questa trattazione, è il racconto autobiografico che si interpone ai capitoli dedicati alla mera saggistica storica. Nelle pagine del prologo, infatti, l’autore torna ventenne e ricorda di come, stanco, sporco e dimagrito, rientra dal suo viaggio in Grecia molto più ricco e felice di quando sia partito, grazie alle esperienze vissute e all’amicizia intrecciata con i coniugi Stavropoulos. Alcune delle esperienze vissute in questo viaggio sarebbero effettivamente degne di far parte di un racconto epico, come il rocambolesco tentativo di scalata al monte Skaramangà, inconsapevole di trovarsi nella zona di un poligono di tiro della Marina militare greca, o narrate in un’opera dai tratti più conviviali, come la cena offertagli, pietanza per pietanza, da ciascuno degli avventori della taverna “O Parnassòs” di Delfi. Dopo aver apprezzato il Manfredi narratore e storico nelle sue opere precedenti, in questa scopriamo il Valerio Massimo uomo, prima giovane studente che si emoziona nel leggere le opere degli autori classici in greco antico davanti ai monumenti e ai luoghi che hanno fatto la storia, poi professionista affermato, che nonostante i molti impegni legati alle sue ricerche, cerca sempre di trovare del tempo da dedicare a un vecchio amico. Inoltre, i commenti relativi alla narrazione storica con cui intrattiene Kostaki aiutano anche il lettore a riflettere e comprendere meglio i fatti precedentemente trattati. È un saggio storico, e a tratti forse anche troppo dettagliato nella reportistica delle battaglie intercorse tra le città della Grecia antica, ma anche un romanzo autobiografico che sa regalare pagine di intense emozioni sia agli amanti del mondo classico, sia ai lettori che intendono avvicinarsi a questi temi per la prima volta.