
Ludovica Grandi, trentenne alta e magra, un aspetto dimesso, sbiadito e complessato pur con grandi occhi castani, ha il primo incidente d’auto della vita (in dodici anni di patente). Mentre lei era in coda, Ivano Bellocchio, appassionato tecnico del suono in carriera, egocentrico e presuntuoso, affascinante ma segnato dalla morte di Maria, usciva frettolosamente in retromarcia dal parcheggio. Ora lui dovrebbe sentirsi in colpa, invece la insulta, le appunta il numero di cellulare e consegna il mazzo di chiavi trovato in terra, poi se ne va. Dall’attico ha osservato tutta la scena Isabella Hartovich, drogata e incinta, bionda minuta angelica meravigliosa sola, famosissima osannata soprano Best Artist per la musica pop e classica, da varie settimane invaghita dall’aria stropicciata e distratta di Ivano e poco interessata all’intrallazzato innamorato manager. Ludovica decide di rivolgersi comunque ai Carabinieri, entra nella relativa stazione e ha un colpo al cuore: la riceve il capitano Antonio De Rosa, alto e bello, riservato intelligente simpatico, in procinto degli incontri decisivi per la delicata separazione giudiziale (pur senza figli), convinto all’inizio che ci sia qualcosa di oscuro nell’incidente. C’è dell’altro che collega le future coppie (oltre al caso e all’innamoramento) tra Milano e Barcellona: le chiavi hanno proprio tracce di sangue e cervello, qualcuno è stato ucciso nell’appartamento di Isabella, dalla Colombia arrivano droghe e parentele (ignare), criminali e potenti. Sono le due donne a fare amicizia per prima e per sempre. Insieme contribuiranno a risolvere parte dei misteri, galeotta la capitale catalana…