
Il volume riunisce numerosi saggi di autori diversi, tutti testimoni della volontà di operare per il bene dell’ambiente, che coincide con il bene degli esseri umani, come avverte il primo capitolo, Prendersi cura della Terra per trovare la pace interiore. Poi una serie di considerazioni e di esempi concreti legati all’economia, che può essere anche virtuosa: l’ittiturismo, l’agriturismo biologico, l’utilizzo di erbe aromatiche spontanee. Un ampio capitolo è dedicato alla permacultura, un complesso sistema di coltivazione agricola e orticola che non interferisce con i ritmi naturali della terra e non è difficile da realizzare una volta che se ne siano comprese le finalità. Il saggio successivo illustra come il turismo responsabile possa valorizzare arte, cultura e attività di un territorio rispettandone le caratteristiche naturali più profonde. Al turismo è legato l’artigianato: i liutai di Chioggia e i cestai di Bienno sono descritti come esempio virtuoso. Altri capitoli suggeriscono pratiche educative legate al rispetto dell’ambiente, illustrano le virtù delle erbe, trattano il ruolo dell’arte, in particolare degli archetipi artistici positivi. Gli alberi, "pilastri della terra", sono considerati non solo come singole piante, ma soprattutto come parte di un organismo interconnesso, il bosco. Un capitolo è dedicato all’autoproduzione domestica e al commercio equo solidale e non mancano considerazioni sull’aspetto spirituale e mistico di un corretto legame con la Terra...
Amare la terra e ritrovare noi stessi è un volume collettivo e corale alla cui redazione hanno collaborato come esperti artigiani, agricoltori, terapeuti, insegnanti, biologi, tutti scelti e coordinati dal curatore Francisco Merli Panteghini. Il legame ideale tra i capitoli è costituito dalla convinzione che l’umanità può e deve tenere un atteggiamento meno distruttivo e irresponsabile nei confronti delle risorse naturali e del nostro pianeta, fragile e meraviglioso. Scrive Panteghini nell’introduzione: “Dobbiamo rivedere il nostro modello di sviluppo economico e sociale materialista ed edonista che autorizza ogni cosa in nome del consumo compulsivo [...] c’è un unico modo di farlo: fare qualche passo indietro, rinunciare ai progressi ingannevoli che dissanguano la Terra, smettere di accumulare denaro come fine in sé”. L’esortazione del curatore è dunque quella di agire senza perdere tempo e con piena convinzione per restituire alla Terra quanto avidamente le abbiamo sottratto, custodendo le sue ricchezze e la sua bellezza. Rispettare la Terra significa prendersi cura della casa comune di tutti i viventi, conclude Panteghini, convinto che questa cura coinvolga dimensioni etiche e spirituali più ampie del semplice ambientalismo.