
I tre avvocati che costituiscono il comitato direttivo dello studio Gage & Griswell - e che si riuniscono ogni lunedì alle tre del pomeriggio per il consueto briefing settimanale - non sono affatto tipi malvagi, bensì professionisti di prim’ordine che instancabilmente si adoperano nella ricerca del meglio per lo studio. Tuttavia, da quando è arrivato presso di loro diciotto anni prima, Mack Malloy, ex poliziotto di pattuglia quarantanovenne, si è sempre sentito intimorito dai tre. Mack è un omone coraggioso, figlio di una solida educazione irlandese, a cui negli ultimi anni i tre del comitato hanno cercato ripetutamente di tarpare le ali, trasferendolo in un ufficio più piccolo, tagliando la sua percentuale di profitti e definendo il suo rendimento assolutamente insoddisfacente. Ecco perché oggi, arrivando in ufficio, Mack è, come al solito, preparato al peggio, ma Martin Gold, uno dei membri del comitato, chiede immediatamente il suo aiuto per qualcosa di veramente serio, qualcosa che ha a che fare con Bert. Da due settimane Bert Kamin, collega dello studio, non si fa vivo in studio e non ha lasciato né messaggi né altro per giustificare la sua assenza. Non che questa sia una gran novità. In genere Kamin, personaggio perennemente imbronciato, dai facili eccessi di collera e con l’unico interesse di dare battaglia nelle aule di tribunale, al termine di ogni processo tende a darsela a gambe e a non farsi vedere per un po’ di tempo. Ma poi riappare, sempre. Questa volta, tuttavia, la faccenda sembra essere molto più seria: insieme a Bert si sono volatilizzati cinque milioni e mezzo di dollari, quelli che la società teneva in un conto riservato e gestiva in nome del cliente più importante per la G&G, la TransNational Air. La faccenda è delicatissima e va gestita con riserbo e tempestività…
Una storia di tangenti e truffe narrata con la nota e approfondita conoscenza della materia e con la maestria letteraria che da sempre si attribuiscono, a ragion veduta, a Scott Turow, scrittore, avvocato e accademico statunitense, nonché uno dei maestri del legal thriller. Una vicenda che contiene in sé gli echi della corruzione della Chicago di Al Capone - il più famoso, forse, dei mafiosi americani - di fronte a cui lo stesso Turow, che in qualità di magistrato è stato a lungo impegnato nella battaglia contro il marciume della città, vanta incontestabili crediti. Il racconto di uno studio legale alle prese con il caso di scomparsa di uno dei soci, il più eccentrico. E insieme a lui sono spariti parecchi milioni di dollari depositati in un conto riservato, gestito dallo studio in nome di un importante cliente. La situazione necessita di essere risolta in tempi rapidissimi, senza indugio e, soprattutto, nel massimo riserbo possibile. L’incarico viene affidato ad un altro avvocato dello studio, un personaggio solitario e completamente diverso dai professionisti politically correct e moralmente inappuntabili cui una certa letteratura ha abituato il lettore. Mack Malloy è una persona con parecchie debolezze e un atteggiamento che si potrebbe definire rilassato nei confronti della vita. La ricerca che è chiamato a svolgere si rivela sin da subito complessa e ricca di intrighi. Non esistono confini tra lecito e illecito, la linea di demarcazione tra corruttori e corrotti è labile e si sposta in continuazione, il torbido e il marcio continuano ad emergere in maniera drammatica. Una trama, scritta sotto forma di note dettate dal protagonista, che offre una tensione meno palpabile rispetto a quella del romanzo d’esordio di Turow - Presunto innocente, romanzo datato 1987 - ma ugualmente interessante e dal finale sorprendente. Un racconto intrigante che mostra il riscatto di una persona qualunque e una lettura assolutamente imperdibile per gli amanti del genere.