
Milano, Palazzo di Giustizia, 9 giugno 2015. Nell’aula numero due del terzo piano è seduto Claudio Gardiello, imprenditore imputato in un processo di fallimento della sua ditta. Nel mezzo dell’udienza estrae la sua pistola e spara a tre persone. Poi esce dall’aula e spara ancora ed ancora. Poi scappa. Lo arrestano dopo un’ora alle Torri Bianche, a Vimercate. Tre morti e due feriti. Newton, contea di Fairfield, Connecticut, 14 dicembre 2012. Adam Lanza ha vent’anni, è un ragazzo con la sindrome di Asperger ed un disturbo dell’integrazione sensoriale. Adam Lanza quella mattina ammazza la madre poi si dirige alla Sandy Hook Elementary School, uccide altre ventisei persone tra insegnanti e bambini e si suicida. Oslo, Hyblokken H, 22 luglio 2011. Andres Breivik parcheggia il suo Ford Crafter davanti al palazzo, poi si allontana con un Fiat Doblò. Mentre il primo veicolo esplode, uccidendo otto persone e ferendone duecentodiciannove, Breivik si dirige verso l’isola di Utya, dove c’è il raduno dell’associazione giovanile del Partito Laburista Norvegese. Con sé ha una Glock, un Ruger ed innumerevoli munizioni. Alla fine della giornata, il bilancio è di sessantanove morti (più i primi otto) e centodieci feriti (più i primi duecentodiciannove). Maratona di Boston, 15 aprile 2013. In Boylston Street esplode una bomba. Dodici secondi dopo, lungo la stessa strada, ne esplode un’altra. Cinque morti e duecentosessantaquattro feriti. Per tre giorni, non si sa nulla degli autori di questa strage, poi l’FBI, il 18 aprile, pubblica le immagini dei due terroristi: Tamerlan e Dochar Carnaev, fratelli, ceceni, islamici. C’è un fil rouge che collega Milano a Boston, Oslo a Newton ? Se sì, qual è?
Che un collegamento tra questi avvenimenti ci sia è ovvio. Che il collegamento sia ben esplicitato in questo saggio, lo è altrettanto. Il criminologo Massimo Picozzi e il celeberrimo scrittore Carlo Lucarelli tornano insieme, dopo aver già collaborato in Serial Killer, La nera, Scena del crimine e Tracce criminali e dal loro nuovo lavoro viene fuori Amok, un saggio sull’odio. Con il termine “amok” ‒ preso in prestito dal malese – s’intende una condizione psichica per la quale, in seguito a shock improvvisi dati da eventi eccezionali, un soggetto colpisce a morte quante più persone possibili finché non viene messo in condizione di non nuocere. In letteratura, il primo a parlare di amok è stato Herbert G. Wells in Through a window, mentre la pubblicazione più celebre è quella di Stefan Zweig, Amok, dove viene definito come una sorta di “idrofobia umana”. Tuttavia in questo scritto pressoché impeccabile i due autori scavano più a fondo, rovistando tra riviste scientifiche, pubblicazioni accademiche e documenti istituzionali: ciò che ne viene fuori è un saggio inattaccabile che a partire dall’amok arriva all’odio, che, secondo i due scrittori, è alla base di ogni strage e di ogni omicidio. L’odio viene proposto in tutte le salse, in tutte le sue sfumature: dall’odio razziale all’odio verso le femmine, dall’odio religioso all’odio omofobo, dal terrorismo all’odio sul posto di lavoro. Così, per ogni sezione del libro sono presenti diversi casi, diversi assassini, diverse vittime, diversi luoghi. Boston, Milano, Orlando, Las Vegas, Nizza, Oslo, la Columbine High School, Parigi, Berlino, tutte queste città hanno in comune una pazzia che deriva da un odio mai sopito e pronto ad esplodere. Carlo Lucarelli e Massimo Picozzi hanno composto un’opera notevole e, per non lasciarci senza speranza, l’hanno conclusa con dei consigli e degli avvertimenti su come combattere questo sentimento. Un libro che, in tempi di facile populismo, distorta comunicazione mediatica ed insensata paura dell’altro, tutti dovrebbero leggere, per capire cosa davvero significa odiare e soprattutto, per provare davvero a rendere davvero il mondo un posto migliore.