
Londra, 1925. Al King's Cross da tempo si replica L‘ora immortale. La platea semivuota crea complicità tra gli spettatori appassionati e fedeli, che si riconoscono e si salutano con cenni della testa. Catherina è alla sua quinta replica quando si volta divertita e curiosa di scoprire chi, alle sue spalle, con una punta di orgoglio nella voce, afferma di di essere già venuto trentadue volte. Catherina vede Christopher e lui vede lei. Tre spettacoli dopo sono seduti nella stessa fila, dodici i posti vuoti tra loro, ma solo alla scena d'amore Christopher rompe ogni indugio e si avvicina, sedendole accanto. Lei gli sorride. Continuano a incontrarsi alle rappresentazioni teatrali, condividendo questa passione. Christopher pensa di non aver mai visto una creatura così delicata, con la voce che ricorda il leggero tubare di una colomba; gli pare, dal suo modo di vestire, che non abbia molto denaro e sia anche un po' più vecchia di lui. Sospetta che sia sposata e la gelosia che gli nasce in cuore lo sorprende. Catherina, tranquilla e matura vedova, scopre di essere ancora piacente, anzi molto di più, di essere scambiata da un giovanotto esuberante per una giovane donna, capace di scatenare passione e gelosia…
Elizabeth von Arnim racconta con ironia e senza alcuna pietà i rischi e gli effetti scatenati dalla lusinga dell'eterna giovinezza, persino in una persona priva di ambizioni. La storia è ricca di riferimenti autobiografici, trasmette la sofferenza, il contrasto interiore, il peso del giudizio pubblico, ma anche quello intimo e personale. Ogni scelta, anche minima e innocente, porta una conseguenza e l'amore ideale si scontra con la reltà quotidiana nelle quale, al di là dei pregiudizi, certe differenze possono minare pure gli amori più grandi. Un bel romanzo, uno stile narrativo elegante e garbato, tematiche difficili, ancora attuali, trattate dall'autrice con levità e cognizione di causa. Lettura interessante, che incoraggia riflessioni profonde.
Elizabeth von Arnim racconta con ironia e senza alcuna pietà i rischi e gli effetti scatenati dalla lusinga dell'eterna giovinezza, persino in una persona priva di ambizioni. La storia è ricca di riferimenti autobiografici, trasmette la sofferenza, il contrasto interiore, il peso del giudizio pubblico, ma anche quello intimo e personale. Ogni scelta, anche minima e innocente, porta una conseguenza e l'amore ideale si scontra con la reltà quotidiana nelle quale, al di là dei pregiudizi, certe differenze possono minare pure gli amori più grandi. Un bel romanzo, uno stile narrativo elegante e garbato, tematiche difficili, ancora attuali, trattate dall'autrice con levità e cognizione di causa. Lettura interessante, che incoraggia riflessioni profonde.