
30 agosto 1797. Mrs. Blenkinsop ha raggiunto la zona nord di Londra per rispondere a una chiamata con cui si richiedevano i suoi servizi di levatrice di grande esperienza. Giunta a destinazione ad accoglierla è - nonostante le sue condizioni - la stessa cliente, Mrs. Mary Wollstonecraft, che la fa accomodare con aria lieta e serena. In tutto l’arco della sua lunga carriera Mrs. B non ha mai incontrato una donna tanto tranquilla di fronte a un parto così prossimo. La casa mostra i segni di un recente trasloco, ma il disordine emana luce e allegria: nel giardino sul retro della casa Fanny, la primogenita della famiglia di circa tre anni, sta giocando con una ragazza che si prende cura di lei. Mary è tranquilla e sicura che la Natura farà il suo corso, senza nessuna necessità di interventi dall’esterno, soprattutto da parte di medici e medicine. Mrs. B si trova subito d’accordo con Mary, che asseconda e accudisce con perizia e dolcezza. Le cose però non vanno così bene come dovrebbero: dopo un lungo e doloroso travaglio nasce una bambina piccola e fragile, purtroppo però Mary non riesce ad espellere la placenta e si rende necessario l’intervento del dottor Poignand. Mr. Godwin, al capezzale della moglie, prende la bambina tra le braccia, senza il coraggio di imporle un nome: Mary, in preda al delirio e a dolori continui, nei pochi momenti di lucidità la chiama semplicemente “Uccellino”. Il racconto di quei giorni tanto difficili è alternato alla stessa voce della donna che parla della sua vita alla piccola, come se volesse farsi conoscere da lei e consegnarle una preziosa eredità, consapevole che purtroppo sarebbero state separate di lì a poco. Mary narra così la sua infanzia, vissuta nel terrore di un padre violento e imbroglione, che fuggiva di città in città con la famiglia a causa dei suoi traffici loschi. Descrive gli incontri più importanti: quello con Jane Arden e il padre John, brillante studioso, che generosamente la istruisce e la comprende; con Fanny Blood, amica amatissima con cui riesce ad aprire una scuola femminile grazie all’intervento di una benefattrice; con Joseph Johnson, che la spinge a vivere di letteratura e la introduce nei circoli liberali. Grazie allo scambio di opinioni con intellettuali e filosofi, Mary acquista sicurezza in sé stessa e professa le sue idee rivoluzionarie senza timori, assolutamente pronta a lottare con “l’amore e la furia” che avverte dentro di sé per il diritto alla libertà e all’istruzione, entrambe a quei tempi negate alle fanciulle…
Samantha Silva è una scrittrice e sceneggiatrice americana; profonda conoscitrice di Dickens, ha dedicato a lui il suo romanzo di esordio Mr. Dickens and His Carol, adattato poi per il teatro. In occasione del 200° anniversario della pubblicazione di Frankenstein ha colto l’occasione per occuparsi della Shelley attraverso però una donna forse meno nota, ma assolutamente altrettanto rivoluzionaria: nasce così Amore e furia. La Silva, raccontando la storia di Mary Wollstonecraft, intellettuale e madre della Mary Shelley di Frankenstein, descrive le condizioni in cui vivevano molte donne nell’Inghilterra del XIX che, mutatis mutandis, hanno molti aspetti in comune con la condizione femminile attuale in diverse parti del mondo: le donne, private di un’istruzione adeguata, rimanevano relegate nella loro ignoranza e sottomesse da una società maschilista che traeva vantaggi dal loro stato di minorità. In realtà proprio dentro molte ragazze come Mary, che fin da bambina aveva mostrato un grande amore per ogni forma di sapere, si nascondevano un profondo desiderio di conoscere e un acuto intelletto pronto a esprimere la propria genialità. Spesso poi le ragazze sognavano di provare un giorno sentimenti profondi che raramente venivano suscitati in loro dai mariti imposti con la forza: l’amicizia al femminile, simboleggiata dal legame tra Mary e Fanny, rappresentava quindi l’unica possibilità per godere di un po’ di comprensione e di affetto sincero. Le scelte narratologiche della Silva, infine, accrescono l’intensità della personalità della Wollstonecraft. I due racconti, quello del presente in terza persona ma filtrato dal punto di vista di Mrs. B e quello del passato fatto dalla stessa Mary, sono sapientemente alternati e si ricongiungono nelle ultime pagine: “l’amore e la furia” con cui Mary lotta per la sua libertà sono gli stessi con cui dà alla luce la sua bambina alla quale consegna un importante testimone, quello dell’emancipazione femminile, affinché un giorno vengano riconosciuti anche alle donne gli stessi diritti degli uomini e le affermazioni di oggi diventino conquiste di domani e diritti per sempre.