
A Venezia si incrociano i destini di diversi personaggi, accomunati da storie torbide, consumate all’interno di famiglie disturbate. Anzitutto vi è Reggurbsoom, di professione medico. Convive a Nizza con una moglie che ha avuto la figlia con un altro uomo. Dopo dodici anni, la coppia, assieme alla piccola Amanda, si trasferisce proprio a Venezia. Qui il medico intreccia una relazione adulterina e cova un sordo rancore nei confronti della moglie. Un odio che esplode in frequenti litigi a cui la figliastra assiste sbigottita. D’altra parte, il suo errore è stato quello di sposare una cameriera con una figlia che lui, di fatto, odia. La sua condizione lo porta ad ubriacarsi frequentemente, fino ad ottenere il divorzio dalla Sacra Rota. Frattanto la figlia, Ambra, lascia la casa paterna e va a vivere con Franco. Altrettanto travagliata è la vicenda dei Dubois. Partono da Nizza nel 1954, con una figlia che ha un carattere eccentrico: Amanda. Essi si stabiliscono a Venezia e qui, qualche anno dopo, Amanda incontra e subisce uno stupro da Filippo Grandi, figlio di un direttore d’albergo. Rimasta incinta, anche grazie al conforto di un prete di colore, si sposa con il figlio di un bidello e mette al mondo una figlia. Quest’ultima vivrà a sua volta un’esistenza complicata...
Il testo è costruito come un labirinto, con frequenti flashback, digressioni ambientali, interventi diretti del narratore, che servono a cucire in qualche misura le diverse sezioni, in apparenza dotate di vita autonoma. Il volume è diviso in tre parti ed è inframezzato da due intervalli. In esso le vicende sentimentali dei protagonisti sono ricostruite in maniera non lineare, ma intersecando i diversi piani, spostando continuamente il punto di osservazione, pur nella cornice unitaria di una Venezia carica di storia e di dolori. La frammentazione riguarda anche i singoli capitoli, spezzettati in brevi paragrafi. Probabilmente per accentuare quel senso di caos che caratterizza l’esistenza incrociata dei protagonisti. Ne emerge il quadro di una società in frantumi, in cui i rapporti tra gli individui sono inevitabilmente tarati, e corrosi da una provvisorietà che rende labili tutti i legami sentimentali.