
Ancora oggi, nel 2021, l’opera di Miguel Ángel Martín (qui tutti i suoi controversi fumetti e qui la nostra intervista esclusiva) solleva importanti questioni etiche e polemiche feroci.
A cinque anni dalla prima edizione, le Edizioni NPE hanno dovuto scontrarsi con una realtà che sembrava ormai superata: una tipografia di cui si servono da tempo si è rifiutata di lavorare alla ristampa di Total Overfuck applicando, nei fatti, una censura preventiva. Un rifiuto slegato da problemi di natura legale, dal momento che il volume stesso riporta la sentenza del giudice che ne autorizzò la pubblicazione. Piuttosto una presa di distanza da quello che «Time» ha definito il miglior fumettista europeo, un artista apprezzato in tutto il mondo, ancora però mal digerito nel Belpaese. Una storia editoriale travagliata che nel 1995 vide il sequestro di Psycho Pathia Sexualis - opera raccolta in Total Overfuck insieme ad altre quattro dell’autore - con l’accusa di "pubblicazione di spettacoli osceni a contenuto impressionante o raccapricciante". Decisione contro la quale si levò ai tempi un coro di voci autorevoli, tra cui Milo Manara e Oliviero Toscani, poi annullata dalla Cassazione dopo anni di processi poiché il fatto non sussisteva. Martín fissa sulle pagine pratica di BDSM estremo, ultraviolenza e massacro con una linea chiara che ne rivela tutta l’atrocità. L’intento è di generare repulsione e non imitazione verso i fatti raccontati. In ciò risiede la forza etica del suo lavoro: dopo 25 anni ancora sconvolge e genera dibattito, dimostrando che l’orrore quotidiano a cui la cronaca ci ha tristemente abituato, non ha nulla di ovvio.