
Qualcuno mette erroneamente una lettera nella buca di Lisa Andreoli, appena tornata nell’appartamento in centro a Istanbul dopo essere stata nella casa estiva, in periferia, con il suo compagno. Lisa è in dolce attesa, ma la gravidanza non è tranquilla: deve stare a riposo, alternandosi tra letto e poltrona, con continui problemi e valori alterati. La lettera è indirizzata a un certo Andrea dalla mamma, ma non reca buone notizie, anzi parla di minacce e accorgimenti da mettere in atto per rimanere al sicuro. Viene da Roma e solo dopo richieste di informazioni al portiere e all’amica Giulia, vicina di casa, Lisa scopre che Andrea è una donna, una giovane donna sui venticinque anni che abita nell’appartamento sotto al suo. Certo la lettera non corrisponde alla tranquillità consigliata dal medico e Lisa si fa un sacco di domande mentre cerca di ricomporre la busta aperta erroneamente, ma non prima di averne fotografato il contenuto. Passa un po’ di colla sui bordi e il risultato finale è credibile. Una volta asciutta, scende al pianterreno per infilarla nella casella corrispondente all’appartamento sotto il suo e va da Giulia per un caffè. Le chiacchiere con l’amica sono proprio su Andrea e Lisa le mostra anche la foto del testo. Il cenno alle armi da fuoco impaurisce entrambe le donne che si dicono, però, “contagiate” dalla curiosità di saperne di più. A dirla tutta, Giulia ha già dato sfogo a una parte della sua curiosità, avendo incontrato Andrea nel portone del palazzo e, pensando di farle cosa gradita, avendola invitata per un tè di benvenuto. La ragazza non sembra troppo convinta e anzi dichiara di lavorare tutto il giorno e che le comunicherà un eventuale pomeriggio disponibile. Giulia si organizza diversamente: prende informazioni dall’agente immobiliare a cui la giovane si è rivolta, il quale racconta come fosse agitata e avesse accettato subito uno dei due appartamenti mostrati pur di lasciare l’albergo. Sembra sia una stilista, dall’accento potrebbe essere siciliana e lavora per la “By Velour”, un’azienda tessile abbastanza distante da dove la giovane ha preso la casa, anche se ha sempre un autista che viene a prenderla...
Certo che Lisa, la protagonista del libro di Elsa Zambonini Durul, ne ha di spirito di iniziativa per essere una giovane insegnante e per di più incinta! Non perché la gravidanza sia una menomazione, anzi, tutt’altro, ma di certo il pensiero della piccola Isabella che cresce dentro di lei dovrebbe allontanarla da situazioni pericolose. Invece Lisa va avanti come un treno in corsa su un binario non semplice, tra omicidi, sparizioni, rapimenti di bambini e l’ombra costante della mafia. Non c’è un attimo di respiro: per tutta la durata del libro si sta con il fiato sospeso, per un motivo o per l’altro, per un personaggio o per l’altro e dietro ogni pagina si nasconde sempre un’incognita, sia essa una nuova ricerca di Lisa o un nuovo evento di cui viene a conoscenza. E questo fino alla fine... perché fino alla fine non c’è limite al peggio! Due cose vanno sottolineate: la prima è relativa alla capacità della scrittrice di essere giunta alla fine di una saga (questo è il quarto romanzo) senza dare l’impressione che ci sia stato “un prima”. La trama è così ricca di particolari e spiegazioni che non si sente proprio la necessità di inquadrare ulteriormente la situazione, la storia o i suoi protagonisti. La seconda cosa riguarda il compagno di Lisa, Emre, scarsamente incasellabile, a volte anche instabile, dai comportamenti imprevedibili, un giorno interessato alle vicende e il giorno dopo pronto a dare battaglia alla donna che porta in grembo sua figlia che magari proprio poche ore prima ha aiutato in una delle sue imprese pericolose. C’è da riconoscere che alla fine la bilancia pende verso il positivo, forse perché Emre è ammorbidito dal frugoletto rosa che tiene in braccio. Ma il finale è finalmente roseo per tutti i personaggi della vicenda sopravvissuti alle malefatte della mafia, alla compravendita dei bambini, alle azioni di una ginecologa-macellaia che si è fatta troppi nemici per poter delinquere ancora, ma, anche nella risistemazione di tutte le caselle del mosaico, non mancano i colpi di scena, attenzione!