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Anna Bolena, una questione di famiglia

Anna Bolena, una questione di famiglia

Settembre 1535, Wiltshire. Thomas Cromwell osserva i falchi da caccia che portano i nomi delle sue figlie morte, Anne e Grace, ghermire le loro prede. Il re Enrico VIII ha perso il suo cappello con lo stemma, ma poco importa, durante la notte i servi lo cercheranno nei boschi della tenuta. Da mesi viaggiano attraverso il regno, ospiti della nobiltà. Il sovrano non è sereno e sta invecchiando. I capelli sulla testa sono radi, la pinguedine lo ha privato dell’agilità di un tempo e il malumore nei confronti della seconda moglie, la regina Anna, è palese. Non gli ha ancora dato un figlio maschio, un erede, proprio come la ripudiata Caterina. E non lo rasserena il dissidio con l’Imperatore Carlo, nipote di Caterina. A Londra l’ambasciatore Eustache Chapuys fa pressioni affinché Enrico non trascuri la figlia Mary, ma Anna non sopporta la giovane figliastra, ambisce all’affetto del re solo per la piccola Elisabetta, la loro bambina. Anche con la Chiesa di Roma i rapporti sono interrotti. Il Papa ha redatto una bolla di scomunica contro Enrico e deve ancora promulgarla. Thomas Cromwell sa che la situazione è critica. Accompagna Enrico a Wolf Hall, senza la regina, ospiti di Sir John Seymour. Le battute di caccia, i banchetti, le chiacchiere, la gentilezza dei padroni di casa allietano le giornate ed è in questo stato di grazia che Enrico nota la giovane Jane, dalla bellezza modesta e dai modi teneri e cortesi. Il maturo sovrano ne è colpito e Thomas non può che notarlo col suo sguardo acuto e il suo proverbiale intuito. Potente, odiato, dagli oscuri natali, sgradito persino alla regina che ne biasima l’eccessiva influenza a corte, il lungimirante ministro coglie i segnali del cambiamento e conosce fin troppo bene l’indole del re, la sua volubilità, soprattutto adesso che con l’avanzare degli anni l’agognato erede ancora manca...

È alla leggendaria figura di Thomas Cromwell, I conte di Essex e primo ministro alla corte di Enrico VIII, che Hilary Mantel ha dedicato la fortunata trilogia con cui ha vinto ben due Book Prize, nel 2009 e nel 2012. Cromwell è l’artefice (o possiamo dire che ha almeno sfruttato gli eventi) della caduta della regina Anna Bolena (Anna Boleyn, 1501-1536), che nel romanzo è descritta come una donna volubile, irascibile, amorale e capricciosa, ben poco incline ad attirare le simpatie dei lettori. La psicologia del ministro dagli oscuri natali (la biografia fittizia di Cromwell è narrata nel primo volume della trilogia, Wolf Hall) è sondata nel profondo, con le sue scelte e la sua influenza sul re, determina l’ascesa e la caduta di chi gli orbita intorno. Timore e rispetto sono i sentimenti che suscita a corte. E naturalmente odio, covato con discrezione. Alla regina Anna è dedicato il secondo libro della saga, mentre il terzo, Lo specchio e la luce edito nel 2020, (finalista al Book Prize, tanto per non smentirsi) racconta l’ascesa della nuova mite regina, Jane Seymour e l’ultimo periodo dell’influenza di Cromwell. Anna Bolena è figura controversa e a ragione le sono stati dedicati fiumi di inchiostro e, inevitabilmente, trasposizioni cinematografiche. Nel 1920 è la protagonista del capolavoro del cinema muto Deception, interpretata da Henny Porten. Nel 2008 è impersonata da Natalie Portman nel film L’altra donna del re, ispirato al romanzo di Philippa Gregory, che punta l’occhio sul rapporto tra le sorelle Bolena, Anna e Mary, e la loro vita a corte (nel cast anche Scarlett Johansson). Ma ad attirare oggi l’attenzione di pubblico e critica è la produzione che vede come protagonista l’attrice britannica di origini giamaicane Jodie Turner-Smith. Si tratta di un serial televisivo in tre parti che analizza l’ultimo periodo della Bolena a corte e il suo declino. Stampa e televisione si sono impegnate a disquisire sul colore della pelle dell’attrice e sulla sua credibilità storica.