
La dottoressa Annabella Abbondante è in tribunale. Sta ascoltando una certa signora Fantastichini inanellare una dopo l’altra una serie imbarazzante di balle, durante la sua deposizione. Annabella si toglie gli occhiali, si passa un fazzoletto di carta sulla fronte sudata e beve un sorso di caffè dal thermos posto, in previsione di situazioni al limite della sopportabilità, esattamente come quella che sta vivendo, accanto al Codice di procedura civile. Quando, alla fine dell’estenuante udienza, raggiunge il suo ufficio, il cancelliere Sarracino - detto Dolly, perché così impeccabile e sempre efficiente che andrebbe clonato, come la pecora Dolly, appunto - le comunica che la Scuola Superiore di Magistratura, che fatica a raggiungerla al telefono e le ha già inviato diverse mail a cui Annabella non ha ancora risposto, l’ha nuovamente nominata come tutor per il corso per i MOT. L’incarico non le dispiace: è bello entrare in contatto con giovani ancora pieni di entusiasmo e belle speranze. Tuttavia, dovrà organizzarsi, perché l’impegno la terrà diversi giorni lontano da casa, durante le settimane successive. Le lezioni si svolgono infatti a Villa Castelpulci, in provincia di Firenze. A chi affidare, per esempio, la cura delle sue piante? L’idea le arriva mentre, affacciata alla finestra di casa, osserva l’eccentrica nuova vicina di casa che si aggira canticchiando tra i fiori del proprio giardino. Calpurnia Oltremare, psicologa in pensione e poeta, si è da poco trasferita nell’appartamento di fronte al suo e Annabella, spinta da un’incontenibile curiosità, ha fatto di tutto per conoscere quell’anziana signora che si muove per casa con improbabili turbanti in testa e svolazzanti gonne variopinte o colorati caftani. Calpurnia è un fantastico regalo del destino e si presta volentieri a prendersi cura del giardino sul terrazzo di Annabella. La dottoressa Abbondante può quindi recarsi a cuor leggero nella località fiorentina, per tenere le sue lezioni. Tutto sembra scorrere in maniera tranquilla, fino a quando, una mattina, un urlo, seguito da un tonfo, sprofonda l’aula Soderini, nella quale si stanno tenendo le lezioni, nel silenzio più assoluto. Quando Annabella si precipita verso il parcheggio della scuola e vede una donna dai capelli grigi giacere supina in una pozza di sangue, il cuore le si ferma. Perché lei, quella donna, la conosce bene...
Un corso di formazione per nuovi magistrati da tenere in una pittoresca località toscana diventa una patata bollente per Annabella Abbondante, riuscitissimo personaggio uscito dalla fantasia e dalla penna di Barbara Perna - napoletana d’origine e romana d’adozione; giudice civile dal 1999 e attualmente in servizio presso la sezione fallimentare del Tribunale di Roma - che si trova faccia a faccia con una morte sospetta e vuole vederci chiaro. Annabella è un personaggio divertente e peculiare: carattere pungente, pazienza non pervenuta, percentuale di successo della dieta - nemica/amica di ogni sua giornata - direttamente proporzionale alla sua totale incapacità di far sopravvivere qualunque specie vegetale, piante grasse coriacee e apparentemente immortali incluse. Abbondante nel cognome, nel corpo e nello spirito, Annabella è refrattaria ai “no”, è del tutto aperta e trasgressiva per quanto riguarda alcuni aspetti della vita ma rigorosissima quando si tratta di ricercare verità e giustizia nelle situazioni contingenti. Attorniata da una serie di personaggi ben definiti, sfaccettati e parecchio interessanti - molti dei quali il lettore ha avuto la possibilità di conoscere nel primo romanzo della serie -, l’Abbondante non si risparmia e cerca, con tutti i mezzi di cui dispone, leciti e illeciti, di venire a capo di un omicidio che la vede coinvolta in prima persona. Grazie a un intreccio ben congegnato, a uno stile fluido e più maturo rispetto al precedente lavoro, la Perna regala al lettore una storia divertente ma non superficiale, una vicenda che intrattiene con ironia e pone, qua e là, qualche domanda sulla variopinta e complessa umanità che fa da contorno alla vita della protagonista e che riflette l’esistenza di ciascuno di noi. Un giallo intrigante, in cui si ride parecchio e ci si affeziona un po’ di più alla burrosa Annabella.