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Apocalypse Baby

Apocalypse Baby

Lucie Toledo lavora sottopagata alla Reldanch, un’agenzia investigativa di Parigi. Le viene affidato il compito di sorvegliare la giovane Valentine Galtand, di riferirne gli spostamenti, gli incontri, le frequentazioni, ma nella confusione della metro, una mattina, nel tragitto che la separa dalla scuola la quindicenne fa perdere le sue tracce. Infuriata la nonna - saputo dalla scuola che la nipote non si è presentata in classe - piomba nell’ufficio di Lucie e manifesta tutto il dissenso con il suo capo. Valentine è ragazzina irrequieta, fa uso di stupefacenti, ha brutte frequentazioni, Lucie la definisce “un’adolescente ninfomane, iperattiva, che pippa coca”. Ora è sparita e per ritrovarla la nonna mette sul tavolo cinquemila euro. Lucie non si è mai occupata di sparizioni o rapimenti, sa di non avere il carattere, né forse gli strumenti, certamente non la voglia di buttarsi in questo incarico, ma allo stesso tempo qualcosa le dice che deve farlo. Accetta, ma al suo fianco vuole ‘la iena’, una donna scaltra e sicura abituata a muoversi ai limiti della legalità, una donna ambigua e piena di fascino dalla quale si può solo imparare come camminare in un presente pieno di insidie e bivi...

Un romanzo uscito nel 2010 che viene oggi tradotto (bene) anche in Italia, una storia cruda con personaggi inquieti che si trascinano nell’insoddisfazione delle proprie giornate. Catturati da una trama ‘gialla’ e dal passo da hard-boiled, mentre analizziamo gli indizi e seguiamo piste ci troviamo proiettati in un mondo di solitudini e miserie, di ricerca affannosa della propria identità e del proprio posto nel mondo. Da cosa fugge la giovane Valentine? Cosa non ha il coraggio o la voglia di riconoscere? E Lucie? Cosa muove i suoi passi? Quanto è disposta a cambiare e a guardare negli occhi la realtà che le si para innanzi via via che la distanza da Valentine Galtand sembra diminuire? Virginie Despentes ci porta all’interno di un affresco popolato da personaggi dolenti, di un’umanità che fa fatica sotto l’egida di una società prevaricante, maschilista, giudicante, nella quale vige la legge del più forte, del più furbo, del più spietato, del più subdolo. Intenso, disturbante, morboso, avvincente, spietato e sincero.