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Appuntamenti tra universi - Scienziati, Missionari, Guaritori

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Ci sono una teoria e una pratica in Africa: e non coincidono affatto. D’altronde, a rifletterci bene, un conto è vivere con un dollaro al giorno in un villaggio della foresta e un conto è farlo in una delle città o delle capitali africane. La teoria è sogno, la pratica è realtà di tutti i giorni, nella quale ci si scontra anche con limiti e credenze, religione e cultura locale e ognuno di questi aspetti rappresenta davvero molto nella vita quotidiana. Un’esperienza di chi in un villaggio del Congo vive e insegna chimica, facendosi mille domande sulle possibili reazioni (certamente comprensibilissime) alla doppia elica del DNA o alla sintesi proteica. Invece non manca l’attenzione nei confronti del professore: un bianco, non prete, che arriva dal “Paese dei sogni”, ovvero l’Europa. E come c’è finito in una missione? Man mano però suscita curiosità anche la materia che insegna, anche se di certo non la curiosità che ci si può aspettare. Senza dubbio domande interessantissime, che sotto altri punti di vista dimostrano la vivacità e il grande spirito di osservazione che animano i ragazzi, ma... come rispondere? Trovarsi nel Congo, una regione piena di giacimenti di diamanti e spiegare la composizione chimica di queste pietre e imbattersi, proprio al suono della campanella, con una mano alzata, pronta per una domanda: “Scusi professore, ma i diamanti a che servono? Perché sono cari, eppure continuano a comprarli, perché?”. Già, ma come si esce da questo imbarazzo? Anche perché intanto i ragazzi incalzano: “E l’oro?”. Come raccontare la folle corsa quotidiana ai gioielli? Nella vita africana di tutti i giorni le situazioni portano alla luce particolari che solo apparentemente per gli occidentali non esistono. L’approccio ai cosiddetti “poveri” (per gli africani la povertà non è economica, ma di mancanza di relazioni, di affetti, per questo fanno un sacco di figli), deve essere svolto con grande attenzione, perché se i missionari pagano qualcosa, coloro che sono aiutati si viziano e pretendono sempre di più...

Se inizialmente, a libro chiuso, il titolo del lavoro di Andrés Lasso, Appuntamenti tra Universi - Scienziati, Missionari e Guaritori, può sembrare anche un po’ strano o quanto meno vago, poi è piuttosto semplice trovarne le motivazioni e il senso. La quotidianità in Africa ci dà un’infinità di spunti, spunti per riflettere, spunti per capirne un po’ di più. Sono i racconti di chi si è fatto una bella esperienza, insegnando in un villaggio del Congo, andando a toccare con mano una realtà tanto lontana dalla nostra occidentale e affrontando situazioni imbarazzanti tra le domande dei ragazzi (capaci come sono - in tutto il mondo - di mettere a disagio i cosiddetti adulti) e le risposte plausibili da dare loro, ma anche guaritori, credenze popolari, consuetudini, cultura, forma mentis e molto altro ancora. Certo il trapiantarsi dall’Europa all’Africa, o viceversa, non è affatto facile, ma non siamo noi occidentali che dobbiamo insegnare. Spesso siamo noi che abbiamo molte cose da imparare. Ad esempio in termini di rifiuti. In Africa non serve la raccolta differenziata (che peraltro non conoscono) perché i rifiuti non vengono prodotti, ma tutto viene riciclato, recuperato, riutilizzato e se qualcosa (per esempio la plastica) è stato interrato, o è finito nei fiumi, beh il problema è di quegli occidentali che si sono trasferiti per vari motivi, scienziati, missionari, ma non solo. Si pensi solo alle aziende che hanno portato i propri cantieri nelle regioni africane, perché in realtà tanto più si parla di modernizzazione, tanto più si producono rifiuti. Finché i bambini giocheranno e balleranno per strada, l’elettronica non farà il suo ingresso e con essa tutta una serie di problematiche connesse ai videogiochi, siano esse psicologiche, sociali o direttamente di rifiuti. Per cui è normale alla fine porsi la domanda: ma tutto questo è giusto? Forse l’Africa va aiutata in altro modo, senza snaturarla, senza voler per forza imporre l’europeizzazione a tutti i costi. Ma ne saremo capaci?