
Assistenti di volo. Tante storie, vere o inventate, girano sul loro conto. Quante di queste sono frutto della perversa fantasia dei passeggeri o di aspiranti piloti e quali invece sono vere o vagamente simili alla realtà? Urge un chiarimento. «Ma come sono belli. Che divisa immacolata! Come sono eleganti…». Queste frasi rappresentano un classico, ma per gli assistenti di volo l’estetica è un obbligo; uomini e donne devono essere sempre impeccabili, sudare con parsimonia, nonostante qualche passeggero intemperante. Oppure: «Ma i piloti… si sposano con le hostess?» «No, perché altrimenti come fanno? Son sempre in giro». Allora agli steward non rimane niente? Sono asceti dell’aria, o fanno la corte alle fate. «Alla fine, dai, sono tutti camerieri». Camerieri forse, senza le mance che prendono al Ritz e con un corredo in dotazione fatto di: manette, forcipe, letti a castello, pronti a qualsiasi evenienza, dal kamikaze al parto. «Loro non ce l’hanno mica una casa, son sempre in volo”. Sembra proprio che gli steward dormano nella stiva o sempre in albergo. Figure mitologiche erranti, senza fissa dimora e invece no, una casa ce l’hanno, come pure una famiglia. «Ma con i figli come fanno?» Davvero… piegarli in valigia è un gran problema. Evidentemente sono i passeggeri a bordo di un volo transoceanico ad essere una specie a parte, capire che cosa fanno e perché richiede pazienza, psicologia e amore per il proprio lavoro il tutto condito da sana e abbondante ironia…
Apriti cielo! Confessioni minime di due steward al servizio di Sua Maestà di Franco Lombini e Mario Tadiello è un volo transoceanico fatto dal divano di casa. Cinquanta piccole storie, come scatti fotografici, di un’umanità viaggiante, che imbarcandosi spegne dei sensi, come quello della misura, della buona educazione e ne accende altri decisamente opposti. Con la loro esperienza più che ventennale hanno selezionato, tra tanti, questi episodi e usando la cifra dell’ironia molto british, raccontano come lavora e cosa pensa uno steward. In aereo ci sono classi, dalla top all’economica, con servizi e optional molto diversi, corrispondenti al prezzo del biglietto pagato. Sembra semplice, ma non è affatto ovvio. Richieste di: pigiami, pantofole, acqua calda raffreddata con cubetti di ghiaccio, champagne blu o rosé, rossetto verde che diventa rosso sono la quotidiana prassi che i due autori si ritrovano a fronteggiare. Dal supervip al semplice passeggero, tutti subiscono una trasformazione in volo e si dà il via, con gli steward, a pretese di: conversazione, approccio fisico, trattamento psicoterapico, servizio di lavanderia o babysitter, percependoli come compresi nel prezzo del biglietto. La difficile, se non impossibile, gestione delle celebrità merita un capitolo a parte. Gli assistenti di volo devono fare fronte a lunghe liste di capricci, pretese impossibili e a volte imbarazzanti. Questo libro, che si fa leggere allegramente, suscita qualche domanda: “Sarò io quel passeggero?”, “Me ne troverò uno così, come vicino al prossimo volo?”. Come si preparano gli assistenti di volo prima del decollo, lo si scopre nell’ultimo capitolo. Nelle sale riunioni dell’aeroporto, in quindici minuti, i compagni di lavoro fanno squadra. Leggono la lista dei passeggeri e le loro caratteristiche, scelgono le postazioni di lavoro in base alle attitudini personali e all’anzianità di servizio. Sta alla bravura del capo cabina amalgamare, coordinare questi professionisti, che a volte neanche si conoscono, per poter volare al meglio. È un momento importante questo, che i passeggeri non vedono e neanche immaginano. Durante un volo con gli steward Franco e Mario, sappiate che i libri saranno ben accetti. Perché? Sono entrambi laureati con lode in Interpretariato e traduzione e lavorano anche come traduttori editoriali. La tesi di Lombini è stata una traduzione commentata di un libro inedito di Alan Bennett, quella di Tadiello una traduzione commentata comparata de Il Piccolo Principe. Quindi buon viaggio e buona lettura!