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Aqualung

Aqualung

Prima. Andy Greenberg. Scienziato. Sta studiando uno strano parassita marino. È vicino a scoprirne l'origine, ma un incidente in laboratorio rovina tutto. Il parassita infetta sua figlia Holly. Le provoca una crisi respiratoria. Unica chance è improvvisare ed impiantarle nel petto l’aqualung, un ”polmone d’acciaio”, l’unica cosa in grado di salvarle la vita. Oggi. Qualcosa di pericoloso si aggira nelle acque costiere di Cold Cove. Qualcosa in grado di uccidere uno squalo e anche qualche malcapitato essere umano. Andy Greenberg, ora in male arnese, riceve la visita di un vecchio collega, Philip King, creduto morto fino a quel momento. Perché King è tornato proprio ora? Una rimpatriata scioccante, ma non tanto come la creatura marina che poche ore dopo aggredisce Andy sul molo e lo trascina in fondo al mare! Solo Holly può fare qualcosa, lei e l’aqualung...

Quello di Aqualung è un buon esempio delle possibilità che si possono creare quando un lavoro è sorretto da una spessa progettualità: ideato e realizzato in neanche un anno, tra la fine del 2014 e la primavera del 2015, solo per il web – e con tanto di finale alternativo in caso di un’unica stagione ‒ trova presto pubblico ed attenzione editoriale, tanto da arrivare a mettersi in cantiere fino ad una quinta stagione. Questo primo volume raccoglie, dunque, la prima stagione del webcomic originale, mentre già è online la seconda. La storia è ben costruita, non si fatica ad entrare nelle atmosfere salmastre di Cold Cove e nella complicata vita di Holly Greenberg e nel giro di appena due capitoli siamo già nel vivo della storia con ben chiari quali siano i rapporti tra i personaggi sino a quel momento. In altre parole, Aqualung ha struttura e sostanza: il taglio americano, sia nella narrazione che nei disegni, il ritmo costante, la presenza piacevole di pochissimi spunti a lunga gittata che non confondono trama e sottotrame allontanando sempre più le giuste risposte e il conseguente scorrere fluido della lettura che non inciampa mai. Il profilo grafico è articolato. Carlomagno predilige una gabbia a quattro vignette lunghe – probabilmente più efficace per l'iniziale lettura a video – che cambia ed adatta a seconda delle sequenze. Lo stesso tratto, più semplice nelle parti iniziali, si evolve pagina dopo pagina e lo si nota molto sia nei volti che nella crescente espressività dei personaggi. A chiusura del volume, contenuti extra e pagine inedite, con i contributi di Ludovica Ceregatti, Adele Matera e Maurizia Rubino.