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Ardore – Romain Gary e Jean Seberg, una storia d’amore

Ardore – Romain Gary e Jean Seberg, una storia d’amore

Nella piccola rurale città di Marshalltown, la bellissima Jean Seberg avverte di essere diversa dagli altri. Desidera diventare un’attrice e, quando a 17 anni è scelta per interpretare il ruolo di Giovanna d’Arco nel film di Preminger, le sembra di vivere il sogno che ha sempre immaginato. Nonostante gli esordi siano difficili, soprattutto a causa dell’impatto con i capricci dei registi e dell’élite di Hollywood, la sua carriera decolla e, nonostante il matrimonio sembri aver posto un equilibrio tra la vita ispirata alla fede che i suoi genitori volevano e quella d’ambizione che ha sempre bramato, è costantemente accompagnata da un immenso senso di solitudine… Dopo la fine della Seconda guerra mondiale, Romain deve progettare la propria vita e il proprio futuro. La sua forte personalità e il suo brillante acume gli garantiscono un lavoro nella carriera diplomatica con la quale spera di dare un rilevante contributo agli Stati Uniti d’Europa, senza abbandonare la scrittura che è l’unico spazio all’interno del quale riesce a non sentirsi stretto nella propria vita e dal rapporto coniugale, annoiato dalla mondanità e ossessionato dal timore di invecchiare. Proprio in occasione di una festa, i loro sguardi si incrociano e i due, sentendo questo grande sentimento montare dentro, capiscono di poter avere una possibilità di riscatto…

Dopo il successo di MoranteMoravia. Storia di un amore e La casa dalle finestre sempre accese, Anna Folli ritorna con questo straordinario romanzo per raccontare di due eccezionali personalità del Novecento e della loro storia d’amore. Se non fossero già di per loro Jean Seberg e Romain Gary a rendere la storia interessante, ciò che sicuramente coinvolge è la scelta narrativa di scrivere un romanzo biografico seguendo, però, i canoni e lo stile di un romanzo narrativo. Difatti, la puntuale e dedita documentazione è confluita nella trama in un perfetto incastro al punto che non solo la dovizia dei dettagli non ha ingenerato mai una sensazione di sovrabbondanza, ma soprattutto la Folli – come probabilmente aveva intenzione di fare – ha reso arduo cogliere il confine tra realtà storica e narrativa. In particolare, le informazioni raccolte sono state così ben incastrate che il modo di parlare, di muoversi e di atteggiarsi dei personaggi vien descritto al punto da sembrare, a tratti, in certi scenari – come ad esempio di fronte ai mutevoli stati d’animo – di assistere a delle scene registrate di vita quotidiana dei due. La prosa è lineare, così asciutta da essere per così dire essenziale, come per non aggiungere nulla in più a due personaggi che hanno segnato così rispettivamente la storia della narrativa e del cinema: appare, tuttavia, evidente che la ragione non risieda in un qualche timore reverenziale, quanto piuttosto nella volontà di rimanere osservante della realtà dei fatti, evocando, quasi, lo stesso amore fedele che vi è stato tra Romain e Jean. Nonostante questo possa definirsi il vero fulcro del libro, tuttavia, colpisce che esso non abbia schiacciato la loro grandezza, giacché essi sono comunque tracciati nelle loro sfaccettature e caratteristiche principali, nonché nell’apporto che hanno dato rispettivamente ai loro campi e all’epoca storica vissuta.