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Armoniose bugie - Saggi 1959 - 2007

“La narrativa è in assoluto il più penetrante strumento di autoanalisi ed esibizione di sé che il genere umano abbia inventato finora”. Per quale arcano motivo gli uomini si sono sempre dedicati a questa strana forma di arte? Quale può essere il futuro del romanzo e del libro stampato in un mondo sul quale si protendono sempre più minacciose le ombre della rivoluzione informatica e digitale? E cambiando prospettiva, che dire di coloro che i libri li devono leggere, e magari anche recensire? Come conciliare il piacere privo di tornaconto che si può trarre dalla lettura di un libro con le necessità dell’industria editoriale, che guarda solo alle classifiche dei bestseller? Che futuro ci può essere per il “lettore dilettante”, per il critico che si lascia guidare solo dai suoi gusti e dalle sue predilezioni? Forse pensare “che i libri possono essere un faro nelle tenebre ma anche una festa che tira per le lunghe e non ha mai fine”? E cosa possiamo imparare guardando agli artisti del passato, “gente spavalda che non smetteva di giocare solo perché si era fatto buio”?

John Updike è stato uno dei più famosi scrittori statunitensi del Novecento, due volte vincitore del Premio Pulitzer, insignito nel 1989 con la National Medal of Arts e per diversi anni in odore di Nobel. Oltre che narratore e poeta, Updike è stato anche un instancabile saggista, collaboratore di riviste prestigiose come il “New Yorker”, la “National Review of Books” e la “Los Angeles Review of Books”. Questo Armoniose bugie si focalizza solo su un aspetto specifico della torrenziale produzione saggistica di Updike, che come ricorda Giulio D’Antona nella Prefazione “spazia dai saggi personali alla critica letteraria, agli scritti politici, ai racconti di viaggio e quelli di golf”: il suo rapporto con i libri e con gli scrittori. Pescando all’interno di un percorso che abbraccia un arco temporale di quasi cinquant’anni, il libro è diviso in tre sezioni: la prima contiene una serie di riflessioni sulla scrittura, la seconda è dedicata alle recensioni di romanzi e racconti, l’ultima riporta una serie di ritratti di scrittori, da Calvino a Carver, da Hemingway a Cheever, per chiudersi con un fulminante autoritratto dello stesso Updike. Entrare nella mente di uno scrittore è sempre una esperienza unica, perché ci permette di guardare alla sua narrativa con un occhio diverso. Quando poi lo scrittore in questione è dotato di una prosa cristallina, di una profonda curiosità, di una intelligenza sempre pronta e di una buona dose di ironia, ecco che l’esperienza acquista ancora maggiore valore, facendo di questo libro una lettura imperdibile per tutti coloro che amano i libri e i loro autori.