
La neve Alma non l’ha mai vista però è certa che infilarci i piedi scalzi, anche solo per una volta, sarebbe un insieme di emozioni pure e divertenti. Alma di anni ne ha quattordici, vive a Delhi a metà degli anni Novanta e sta aspettando il giorno delle sue nozze con trepidazione: si tratta di un momento importante per lei, per la sua famiglia. Certo, il suo futuro sposo ancora non lo conosce bene, anzi si sono visti solo una volta e in quell’occasione i loro sguardi erano rivolti più ai loro piedi piuttosto che ai loro occhi. Non si erano scambiati grandi parole e non si erano neppure abbracciati, però entrambi avevano ricambiato un sorriso imbarazzato a un certo punto, e questo era bastato per seguire la decisione della nonna in barba agli insegnamenti dei genitori che l’avevano spronata a farsi una cultura, a studiare e ad essere libera. Alma ha anche già deciso chi invitare alle nozze tra le sue compagne di scuola, accettando anche la nuova arrivata Mary, che normalmente non avrebbe considerato un’amica ma a quattordici anni se nascondi un segreto è facile farsi amicizie. Solo che quell’oroscopo così benaugurante in realtà nasconde un destino crudele e quel matrimonio che appariva come una fiaba agli occhi di Alma diventa l’inizio di un percorso difficile portandola a chiedersi cosa sia davvero la gioia...
Melody Razak ambienta il suo romanzo d’esordio nell’India degli anni Novanta, che racconta attraverso gli occhi di una ragazzina che nel tempo si trova a crescere più velocemente di quanto le sue coetanee di altre parti del mondo non debbano fare. Una rete di personaggi dai contorni netti, con caratteri vividi e vivi, viene intessuta sullo sfondo di una cultura ancora legata al modello delle caste, degli oroscopi e del bisogno di assicurarsi un buon futuro quando se ne ha l’occasione, anche se si è poco più che bambine. Sullo sfondo la Partizione, in primo piano una storia comune a quella di molte donne e famiglie reali che si sono viste togliere tanto, se non tutto, prima che per alcune di loro fosse possibile riavere indietro qualcosa. Vi sono tanti temi forti qui che prendono posto in un puzzle che vuole raccontare un mondo ricco di sfaccettature, alcune molto positive altre decisamente dolorose, che lo rendono complesso e vibrante, come lo stile con cui scivoliamo nella vita di Alma e in quella della sua famiglia. C’è un ritmo incalzante che raccoglie e racchiude in sé la voglia di ribellarsi a una cultura passata che ormai sta stretta e diventa odiosa perché si lega così profondamente alle persone, tanto da impedire loro di guardare verso la modernità. Eppure, per quanto alla madre di Alma le vecchie tradizioni ricche di precauzioni contro gli spiriti maligni diano fastidio, quando le cose vanno talmente male da non riuscire a guardare con speranza in cerca di un po’ di gioia sono i bracciali da polso che erano stati regalati alla figlia quando aveva poche settimane a darle coraggio, a ricordarle che sua figlia è ancora lì, da qualche parte. Tradizioni, dolori, storia ed emozioni: questo racconta Razak in Ascolta la pioggia e lo fa con una delicatezza tale da rendere impossibile non emozionarsi.