
Eleonora è asserragliata in un appartamento parigino dal quale esce giusto per procacciarsi qualcosa da mangiare. Schiva gli inquilini del suo palazzo, schiva i rapporti umani, schiva i ricordi, schiva la vita silenziosa e triste, mentre il tempo scorre goccia dopo goccia, lento e inesorabile. A Firenze Eleonora ha lasciato un ex marito morto in un incidente d’auto, una figlia – Corinne, vent’anni – che la “punisce” per il divorzio e per la perdita del padre con un silenzio raccapricciante e un armadio pieno di vestiti. Eleonora non ha idea di dove sia sua figlia o di cosa stia facendo, ma vorrebbe donarle i suoi abiti. Tutti. E allora, nelle lunghe e oziose giornate parigine, compila un lungo elenco, un prontuario, un vademecum, in cui passa in rassegna tutti gli indumenti che una donna indossa nella sua vita. L’inventario è per sua figlia Corinne. Eleonora vorrebbe spedirglielo ma non sa dove; ad ogni modo scrive. Nel frattempo osserva le vite degli inquilini del suo palazzo – la fredda portinaia, il distinto professore, le sorelle obese, la strana signora Bouger, la coppia gay. “Un palazzo in fondo è un grande armadio. Ha sorprese continue”, pensa Eleonora. E in effetti, nel monotono incedere di quei giorni senza senso, le sorprese non tarderanno ad arrivare...