Il Principe Bambino ha un sacco di cose da imparare per diventare re. Come qualsiasi futuro sovrano che si rispetti deve indossare vestiti scomodi, apprendere il galateo, farsi i muscoli, andare a caccia di volpi, non avere paura. La cosa più importante, però, che deve imparare è farsi rispettare! Per questo compito i suoi genitori gli regalano Fulmine, un cavallo enorme e nero con il quale può farsi vedere in giro nel villaggio, “così – gli dice papà – la gente comincerà a conoscerti e a rispettarti”. Il principe Bambino sembra ancora più piccolo sul suo maestoso cavallo. A testa bassa per l’imbarazzo inizia a girovagare per boschi, fiumi e prati andando piano piano perché non ha fretta. La gente che lo incontra e lo vede così distante e freddo non è di certo molto contenta. Il cavallo è tanto grosso da fare paura e il principino tanto antipatico… Non saluta mai nessuno! Un giorno una ragazzina magrolina, coi capelli arruffati e con un gattino senza coda sulle spalle gli intima di fermarsi. Questa sosta inaspettata farà sentire il principe molto molto più leggero, perché scoprirà che il mondo è più bello quando si scende da cavallo…
Il principino scende da cavallo è un picture book illustrato da AntonGionata Ferrari, disegnatore pluripremiato con un passato nel cinema di animazione, e scritto da Irene Biemmi, ideatrice di Sottosopra, collana che parla di identità di genere e stereotipi. L’obiettivo della collana è quello di creare una visione alternativa rispetto ai ruoli stereotipati. È dedicata a bambini dai tre ai cinque anni, periodo in cui molti pregiudizi legati al maschile/femminile attecchiscono. E così nell’albo è il prototipo del principe, sicuro di sé e che salva le principesse in pericolo, ad andare “sottosopra”. Il Principe Bambino è infatti insicuro, impacciato e non mette in salvo nessuna principessa. Anzi, se vogliamo dirla tutta, è lui ad essere sottratto alla grigia vita di corte e, guarda caso, proprio da una bambina “plebea”. L’albo ha il pregio di parlare di stereotipi con leggerezza e ironia e le illustrazioni di Ferrari lo rendono apprezzabile anche per l’alta qualità grafica.