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Benzina

benzina

Roma, fine anni Novanta. Stella e Lenni sono due ragazze che si amano alla follia. Gestiscono una pompa di benzina con bar e officina, sono giovani, fanno la loro vita ma hanno bisogno di soldi. Per questo Lenni ha scritto alla madre raccontandole tutta la verità su di lei e Stella, sui venti milioni di cui hanno bisogno e, con sua sorpresa, la madre risponde con entusiasmo e commozione. Arriva con il primo volo, portando con sé i soldi per loro e un abbraccio affettuoso. Ma Stella, osservando l’incontro tra madre e figlia al distributore, comprende che niente sta andando come Lenni sperava. La donna la sta strattonando, c’è qualcosa di pericoloso nei suoi gesti. Così entra nel bar e la colpisce con una chiave inglese, ammazzandola. Quello che accade dopo è una girandola di eventi e di emozioni mescolate al sangue sparso a terra. Stella e Lenni hanno un sogno da seguire, un viaggio da fare che ora diventa anche una fuga dal distributore, dal cadavere della madre, dalle loro vecchie vite che adesso valgono venti milioni che giacciono sul pavimento. Inventeranno qualcosa, racconteranno una storia credibile, se ne andranno in Grecia e tutto ricomincerà. Ciò che è successo non è colpa loro, ma è stato necessario, occorreva proteggere Lenni, occorreva difendere il loro rapporto denigrato, umiliato da una donna ricca che non le avrebbe mai aiutate. Comincia il viaggio, comincia la fuga con il cadavere a bordo, tra autogrill malfamati e discariche lerce, mentre il sogno del traghetto verso la Grecia, anziché avvicinarsi, si allontana sempre più…

Ne è passata di acqua sotto ai ponti da questo esordio letterario spiazzante, acerbo, duro. Elena Stancanelli ha fatto tanta strada in questi anni, scrivendo molto. La storia di Lenni (ma il suo vero nome è Eleonora) e Stella rivela il talento di una giovane scrittrice che sta affilando le armi. Ci sono passaggi luminosi, sorprendenti e altri più ruvidi da leggere e digerire. La coralità dei punti di vista delle tre protagoniste sposta la narrazione su due livelli: quello fisico, erotico, passionale delle due ragazze e quello surreale del fantasma di una madre pentita per ciò che ha fatto, ancora innamorata di una figlia che sapeva già di aver perso ancora prima di morire. Un’entità che ora vive la nuova dimensione cercando di essere ancora qualcosa per la ragazza e ancora qualcosa per se stessa. Tutto è frenetico, ansiolitico, le parole vengono dette in fretta, con l’urgenza di chi fugge, di chi ha ucciso e ora deve giustificarsi, rimediare, risolvere e scappare da ciò che ha fatto. Il sangue sparso si mescola all’amplesso tra le due ragazze che con quell’incontro sembrano voler scacciare la paura per ciò che è accaduto e nello stesso tempo dimostrare al cadavere della madre che il loro è un amore che vince su tutto, persino sulla morte. Per apprezzarlo appieno, occorre tornare indietro agli anni Novanta, ripensare ad altri romanzi di giovani narratori italiani che negli stessi anni cercavano la propria strada, a storie come Bastogne di Enrico Brizzi e la visione pulp e feroce, grunge, di una parte della società giovane che in questi personaggi trovava una voce ribelle.