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Blanca e le niñas viejas

Blanca e le niñas viejas

Blanca è nel suo ufficio e l’attendente Carità le comunica che in quel momento in commissariato è da sola. Considerato che quindi deve rimanere dentro anche per il pranzo, lui si offre di darle uno dei suoi, visto che ne ha due. Il commissario Martusciello sta festeggiando il suo anniversario di matrimonio e Liguori, invece, è bloccato a letto dal mal di schiena. L’ispettore, però, può riposare ancora per poco, così come Blanca non può finire il suo pranzo, poiché Maria Aguilar - la donna che ha seguito le pratiche di adozione di Ninì per il Tribunale dei minori facendo di Blanca la mamma di una ragazza appena adolescente - entra nella sua stanza, l’abbraccia e scoppia a piangere. Solo dopo un bicchiere d’acqua riesce a dirle che hanno ucciso la sorella Carminia, 70 anni, insieme a un’altra donna, sfregiando il corpo di entrambe. “Non ti dirò altro - dichiara Maria - ma ti darò due numeri di telefono: uno è del commissario Bini che mi ha comunicato la notizia, l’altro è di Gabriella Martese, amica di Carminia e dell’altra donna che ha subìto la stessa sorte”. Maria non si fida di Bini e vuole che sia Blanca a occuparsi dell’omicidio della sorella. Ad accorgersi di quanto successo è stato il custode della scuola nella cui palestra le due donne sarebbero dovute andare a ballare il tango. Passando davanti alla scuola l’uomo ha notato che catena e lucchetto erano spariti. Li aveva messi perché da qualche tempo un gruppo di balordi entra nell’edificio scolastico per bere, ascoltare musica e farsi le canne, per farsi i fatti loro, insomma, senza essere disturbati. Così ha fermato l’auto, è sceso e si è avviato verso la palestra, convinto di cogliere i teppisti sul fatto e magari beccare direttamente il “caporione”. Ha fatto scattare le luci tutte insieme alzando tutte le leve del contatore e per poco non gli è venuto un infarto vedendo i cadaveri delle due donne sgozzate in un mare di sangue, con le schiene nude piene di tagli...

La sensualità del tango riecheggia fra le righe, rendendo la lettura ancora più affascinante. Tra la passione e un’atmosfera in chiaroscuro - ma molto più spesso a tinte forti - si snocciola la storia dei tangueri in là con gli anni ma talmente sinuosi e capaci e credibili da sembrare giovanissimi, sempre prede di sentimenti fortissimi. E comunque è di nuovo Blanca a doversi mettere in gioco, cimentandosi nel ballo: per entrare e conoscere meglio quel mondo del tango, inizia a prendere lezioni da quello che è stato il maestro di tutti nella zona, Jorge Gardenio, buttandosi in una avventura nuova ma al momento non certo desiderata, vista la sua ricerca del riposo assoluto, anche mentale, senza crimini, tradimenti, crudeltà e patimenti. Eppure non si tira indietro e si ritrova in questo caso delle “ragazze vecchie”, coinvolta fino al collo. La grande capacità di Patrizia Rinaldi è quella di affiancare “poliziotti tipo” a personaggi speciali come Blanca che, proprio per il suo essere non vedente, ha affinato tutti gli altri sensi, mettendoli in gioco tutti insieme, conditi con la sua personale sensibilità, nel condurre indagini complesse di casi apparentemente senza una soluzione, come questo. E sono proprio la cura del particolare e la grande attenzione ai suoni, agli odori, che affascinano lungo tutta la lettura. Accadeva anche nei precedenti romanzi della saga, ma in questa ultima fatica della Rinaldi tali caratteristiche diventano ancora più ammalianti, perché mescolate alle note sensuali del tango, a quel tono acidulo della voce che accompagna l’invidia, la quale, nello specifico, ha il colore di una borsetta argentata di Balenciaga. È di notte in cui tutto si consuma, in una atmosfera che non è però buia, ma illluminata dalle luci della danza e dalla magia della musica.