
Conoscere Bazlen, questa misteriosa figura consulente per Einaudi, è essenziale per Roberto Calasso. Ne sente parlare in termini contraddittori. Roberto Bazlen detto Bobi vive in una stanzetta a Roma in via Margutta, numero 7. Un angolo per la caffettiera e un piccolo tavolo sono gli unici arredi. Il letto su cui vive, dorme, mangia, legge è circondato da libri. Bazlen rifugge i riflettori, ma riesce con il suo talento ad influenzare la scena letteraria italiana. Gli innovatori non mancano e Bobi li scova, li studia precorrendo i tempi. Legge in inglese, francese, tedesco, italiano e questo gli permette di indovinare il valore dei libri in base al suono che hanno. Anche a Calasso interessano i libri, li vorrebbe scrivere e pubblicare. Desidera capire cosa pensa Bazlen e scoprire perché si è così allontanato da ciò che lo circonda per battere altri sentieri: René Daumal, Roger Gilbert-Lecomte, Strindberg, Guenon. Tutti parlano di Bazlen con ammirazione e devozione, ma in pochi lo conoscono veramente, solo gli amici che lo frequentano: Elena Croce, Giacomo Debenedetti, Elsa Morante. Su di loro però lui ha giudizi penetranti e poco indulgenti. Secondo Calasso l’opera compiuta di Bazlen è Adelphi. “Faremo solo i libri che ci piacciono molto”, dice. Insieme a Luciano Foà, Roberto Olivetti e alla segretaria Donata, in un piccolo ufficio di un palazzo milanese, inizia per loro, nel 1962, una lunga avventura…
Bobi è uno degli ultimi scritti che ci lascia Roberto Calasso. Un cerchio che si chiude con il ritratto di chi, insieme a lui, ha fondato la casa editrice Adelphi. Sono ricordi, piccoli flash di un cammino fatto all’insegna della qualità e dell’innovazione. Bazlen è stato uno scrittore, un critico attento e un vero intellettuale. Sosteneva Svevo e denigrava Montale. Certo non è una biografia vera e propria questa, ma è facile per il lettore capire quanto la personalità di Bobi Bazlen sia stata grande e potente per Adelphi. La libertà di osare e scegliere di innovare negli anni Sessanta era una sfida. Da questo piccolo e prezioso libro emerge una figura insolita e lungimirante, che è stata capace di lasciare la sua firma nella letteratura italiana ed europea. Lo sguardo di Bobi Bazlen non ha limiti e le sue letture non hanno barriere. La Mitteleuropa è il suo punto di partenza e Calasso lo capisce. I due talenti si sono uniti in una soffitta per scoprire, pubblicare e far conoscere ai lettori nuovi autori. Bobi può essere un inizio per conoscere la figura di Bazlen, integrandolo con la bella biografia di Cristina Battocletti. Calasso riporta intere citazioni dei pensieri del suo amico. Su uno dei suoi tavoli da scrittura, da tanto tempo, conserva uno strano oggetto metallico, curvato e scomposto. È, probabilmente, una caffettiera scoppiata, dono di Bobi, da usare come portacenere. È sulle onde misteriose di questo oggetto che Calasso posa lo sguardo, spegne la sigaretta e tiene presente il suo amico, definendolo così: “Bazlen non fu solo l’uomo imprendibile ma anche colui che, per una ragione o per l’altra, non veniva preso”.