
Il libro mescola tre storie che, esattamente come ingredienti diversi, creano alla fine un unico dolce goloso. Siamo a Parigi, agli inizi del Novecento. La prima storia è quella di Bibì, un pasticcere appassionato e coraggioso, la cui pasticceria è però poco nota; neppure l’insegna sopra la porta è leggibile chiaramente, i passanti scorrono senza fermarsi e i suoi dolci rimangono in vetrina. La seconda storia è quella di Marie, giornalista timida e solitaria, bruttina, e sempre sola. Di lei tutti conoscono solamente le feroci critiche gastronomiche, pubblicate dalla rivista più famosa della città. Marie infatti sa riconoscere una meringa buona da una cattiva, individuare profumi ed aromi, cogliere l’equilibrio tra gli ingredienti, ma forse la solitudine inizia a pesarle. Nella terza storia alcune Briciole di dolci vengono rifiutate e si ritrovano a condividere la stessa sorte di escluse. Decidono allora di trovare un posto tutto per loro. In modo bizzarro e fantasioso, complici un temporale impetuoso ed una Briciola di nome Pepito, le Briciole potranno dare vita ad un dolce speciale che farà incontrare Marie e Bibì. Così le tre storie tornano ad essere una, da cui però forse nasce la quarta, quella di due innamorati legati dalla comune passione per i dolci.