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Brie e le caccole

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“Sdraiata sul suo letto, Brie sta trasformando quelle cosette piccole, scure e un po’ appiccicose che abitano nel suo naso in tante piccole palline da guardare, arrotolare, schiacciare, spezzare, filare e trillare, ma soprattutto da lanciare”. E le sta lanciando qua e là per la stanza quando la mamma entra in camera e le ordina di togliere immediatamente le dita dal naso. Brie, controvoglia, asseconda la mamma dopodiché le due escono per andare dalla parrucchiera. Brie ha promesso alla mamma di comportarsi bene, ma la voglia di togliersi le moschine è davvero tanta e la bambina si ritrova, di nuovo, con le dita infilate nel naso. Ad accorgersene però, questa volta non è la mamma, ma una signora con un grande paio di occhiali rossi e una maglia colorata che nota subito le dita di Brie che sono, secondo lei, delle perfette toglicaccole. La Signora Zia racconta a Brie che tutti hanno un dito toglicaccole (anche gli adulti ma lo tengono segreto), uno strumento prezioso che però va saputo usare in modo discreto e senza farsi notare dagli altri. Per questo regala alla bambina una scatola Fuffà, con dentro un fazzoletto per le caccole, uno per le briciole e uno per le lacrime. Una scatola magica, che a quanto pare anche la mamma di Brie conosce bene…

Per i bambini infilare le dita nel naso è un’azione che rientra nella normalità, ma che può mettere in imbarazzo gli adulti, soprattutto se viene fatto in un’ambiente pubblico. Per la scienza oltre il 95% delle persone (bambini ma anche adulti) pratica questa particolare e comune abitudine che, a livello neurologico, è utile per tranquillizzarsi e addirittura alleviare lo stress! Anche la protagonista di questa storia mette continuamente le dita nel naso e si diverte a fare e poi a lanciare le moschine, come le chiama lei. Catia Buselli, pedagogista familiare e istruttrice di mindfulness, racconta con un testo allegro, giocoso e a tratti in rima, uno spaccato che fa parte della quotidianità del bambino, senza però voler insegnare cosa sia giusto o sbagliato nelle sue azioni. La soluzione all’abitudine di Brie e all’imbarazzo della mamma viene fornita da una strana signora che regala alla bambina dei fazzoletti di tessuto colorati. Un gesto semplice, forse scontato, ma che fatto nel modo giusto (una scatola Fuffà, magica e preziosa) fa nascere un interesse nuovo nella piccola Brie: per le sue moschine non le dita nel naso, ma dei preziosi fazzoletti raccogli-caccole. Un albo illustrato divertente che affronta con creatività i problemi della quotidianità dei più piccoli e che può fornire un’idea giocosa agli adulti che si ritrovano a dover gestire questa situazione. Brie e le caccole è il primo appuntamento di una serie che ha come protagonista la bambina. Il testo è accompagnato dalle colorate illustrazioni di Iolanda Filipponi.