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Britt-Marie è stata qui

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Borg. Svezia. Britt-Marie in genere non giudica chi ha di fronte, ma servire il caffè in tazze di plastica proprio no! D’altra parte, in quell’ufficio tutto è un po’ strano. Sulla scrivania ci sono fogli dappertutto, come se la ragazza seduta lì dietro non avesse tempo per pulire, presa com’è a far carriera. Inoltre, la ragazza stessa ha una pettinatura un po’ particolare: ha i capelli corti, da maschio. Non che ci sia qualcosa da criticare in questo. Guai mai, Britt-Maria sa che non si devono esprimere giudizi e in genere si attiene a questa regola. C’è anche da dire che suo marito Kent l’ha invitata più volte a essere più sociale, quindi Britt-Maria impiega tutte le sue energie per sorridere a quella strana giovane nel modo più diplomatico possibile e a cercare di concludere quello che è venuta a fare in quel centro per l’impiego. Kent è un imprenditore, ha moltissimo lavoro, fa affari con la Germania ed è molto, molto sociale. Dopo qualche insistenza da parte della tipa con i capelli corti, Britt-Marie compila il modulo che ha davanti al naso con nome, cognome, codice fiscale e numero di telefono. L’impiegata le rivolge qualche domanda sul suo grado d’istruzione e sulla sua ultima esperienza lavorativa, che risale al 1978 e la vedeva impiegata nel ruolo di cameriera. Da allora, ogni giorno della sua vita è stato dedicato a occuparsi dei bambini e a fare in modo che la casa fosse sempre pulita e presentabile. Ora, a sessantatré anni, Britt-Marie è alla ricerca di una nuova occupazione. L’impiegata del centro per l’impiego le fa notare che con la crisi in atto non ci sono troppe opportunità per una come lei, ma Britt-Marie replica asserendo che Kent non fa che ripetere che la crisi ormai è superata. E, mentre parla, si strofina la macchia bianca sulla pelle dell’anulare, lì dove prima c’era la fede. Al termine della conversazione, Britt-Marie torna a casa. Anzi no. Torna in albergo, in una stanza senza balcone…

Ordine e pulizia sono il must da cui Britt-Marie – sessantatré anni e un marito di cui si occupa con la stessa cura con cui si spolvera un soprammobile in cristallo – non può prescindere nella sua quotidianità, fatta delle tipiche incombenze di una qualsiasi casalinga premurosa. Ma la vita, si sa, ama il colpo di scena ed ecco che la donna ordinata e compunta è costretta a rivoluzionare la propria vita, a mettere in dubbio ogni certezza e a cercare un lavoro, che le dia se non altro la sicurezza che, se le accade qualcosa di brutto ora che è rimasta sola, qualcuno se ne debba accorgere di sicuro. Fredrik Backman, dopo aver creato un personaggio davvero incantevole e averne fatto il protagonista del romanzo L’uomo che metteva in ordine il mondo, ci riprova con una signora davvero singolare, che, di nuovo, impiega poco tempo a far breccia nel cuore del lettore. Britt-Marie sembra un extraterrestre catapultato in una realtà di cui ignora l’alfabeto; ma i suoi modi, la sua originalità e, in certi frangenti, il suo candore sono irresistibili e le consentono di creare, in un momento particolarmente delicato e fragile della sua vita, uno spazio tutto suo all’interno della comunità di Borg. Quando gli eventi la trascinano e lei impara a non opporre resistenza, è pronta per cementare amicizie, stringere legami importanti e vivere esperienze che mai avrebbe pensato anche solo di sfiorare. Backman dà vita a una figura che gli permette di indagare su una serie di tematiche interessanti: la solitudine, la crisi economica e le sue conseguenze nella realtà famigliare, la mancanza di occupazione e il disagio, economico e psicologico, ad essa legato. Un racconto divertente e a tratti toccante; una prosa apparentemente semplice ma capace di appassionare il lettore; una favola moderna che apre alla speranza che ogni crisi offra una via d’uscita, spesso migliore della strada che il destino ha costretto ad abbandonare.