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Brothers - La saga

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A Li Testapelata, al secolo Li Guang, arcimiliardario di Liuzhen, non manca proprio nulla: figuratevi che si è messo in testa – per la modica cifra di 20 milioni di dollari – di fare persino un giro attorno alla Terra a bordo di una Soyuz. Eppure non riesce ad essere felice, gli manca troppo il fratello maggiore. Song Gang è morto da tre anni. Era il suo amico, il suo complice, il suo eroe. Song Gang era bravo e onesto, diceva sempre loro madre quando erano piccoli, non come Li Testapelata, che era una vergogna. Il fatto è che negli anni Sessanta, quando aveva quattordici anni, si era fatto beccare nei gabinetti pubblici del villaggio natale a spiare il didietro e il didavanti di cinque donne. E prima ancora suo padre, quando lui era ancora nella pancia della madre, era morto facendo la stessa cosa, soffocato nella merda della fossa di scolo in cui era caduto a testa in giù mentre si teneva aggrappato di nascosto all’asse di legno su cui si appoggiavano le donne per fare i bisogni. Esattamente la stessa ardita manovra che parecchi uomini al villaggio facevano ogni tanto per sbirciare le donne sotto le mutande, sia chiaro, e nella quale era intento Li Testapelata quando era stato beccato. La zona degli uomini era divisa da quella delle donne da un tramezzo sottilissimo, sotto il quale c’era il vuoto della fossa di scolo. Bisognava sdraiarsi a faccia in su e tenendosi all’asse sporgersi pian piano dall’altra parte del tramezzo, e si spuntava in pratica con la faccia sotto ai culi delle donne. Li Testapelata quel giorno ne aveva visti ben cinque: “un sederino, un culone, due culi secchi e un culetto né grosso né piccolo”, sodo e tondo come la luna piena. Era nientemeno che il culo della bellissima Lin Hong, la ragazza più bella del villaggio. Colto sul fatto, Li Testapelata era stato svergognato, rimproverato, picchiato, portato dai poliziotti e così via. Ma per quanto facessero, ora aveva un’arma potente: aveva visto l’ambitissimo culo di Lin Hong e poteva descriverlo. A pagamento, ovviamente. E praticamente tutti gli uomini del villaggio erano disposti a pagare per una chicca del genere… Avendo perso anche il vecchio nonno dopo i genitori, il giovane Song Gang parte a piedi per Liuzhen, la cittadina dove vive il fratello Li Testapelata: ora al mondo ha solo lui. Li Testapelata ha un lavoro orrendo in una cooperativa sociale assieme a 2 zoppi, 3 ritardati, 4 ciechi e 5 sordi (e deve anche ringraziare la povera mamma che l’ha chiesto in ginocchio al vice-soprintendente del distretto Tao Qing, altrimenti non avrebbe nemmeno quello), Song Gang viene assunto alla fabbrica metallurgica di Liuzhen. Con le loro prime paghe, 36 yuan in tutto, i due fratelli vanno a festeggiare con una ciotola di spaghetti semplici al Ristorante del Popolo, poi acquistano stoffa blu scuro alla merceria Bandiera Rossa e si fanno confezionare due completi à la Mao dal sarto Zhang, infine comprano un paio d’occhiali da vista per Song Gang. In un solo giorno da pezzenti di campagna con gli abiti sdruciti sono diventati due tipi in vista: Song Gang un bel giovane alto con l’aria da sensibile intellettuale, Li Testapelata un tipaccio muscoloso e basso con l’aria da brigante e la risata sonora. Ma anche con qualche buona idea, se in pochi mesi Li Testapelata riesce a far volare il fatturato della cooperativa sociale e a diventare il Direttore Li semplicemente facendo lavorare un pochino il suo team di handicappati e ottenendo commesse giocando sulla pietà e il senso civico. Innamorarsi perdutamente della ragazza più bella della città, Lin Hong (della quale circa dieci anni prima ha già visto le pudenda in un bagno pubblico) non è però una bella idea: malgrado i consigli tattici di Song gang – che è una sorta di letterato e stratega avendo letto una copia mezza sdrucita de L’arte della guerra di Sun Tzu – e malgrado una incrollabile fiducia in se stesso, Li Testapelata riceve solo rifiuti e insulti dalla corteggiata. La situazione si complica terribilmente quando la bella Lin Hong va a innamorarsi proprio di Song Gang...

Usciti tra 2005 e 2006 e qui riuniti in un unico volume, Brothers e Arricchirsi è glorioso raccontano attraverso le strampalate e brancaleonesche avventure di due giovani fratelli la storia sociale e politica della Cina nel passaggio dalla Rivoluzione Culturale all’Era delle Aperture e delle Riforme inaugurata dall’ormai celebre III sessione dell’XI Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese del dicembre 1978, dall’irruzione del capitalismo selvaggio fino all’alba del XXI secolo. La Cina delle opportunità fino a quel momento mai sognate, dei soldi (e delle donne) facili, degli industriali rampanti e volgari, la Cina mezza contadina mezza industriale, la Cina antichissima e la Cina modernissima, la Cina dell’inquinamento disastroso, dello sfruttamento spericolato dell’ambiente e delle persone. Una metafora amara, sboccata e grottesca attraverso la quale l’autore denuncia la desertificazione sociale che sta devastando una cultura millenaria e l’esistenza di miliardi (letteralmente!) di uomini e donne. Lo stile di Yu Hua qui è particolarissimo, molto ‘cinese’ – e quindi naturalmente assai distante dalla nostra idea di come dovrebbe essere uno stile ‘cinese’: parolacce, sesso, tempi comici che sembrano presi di peso da una commedia cinematografica italiana del filone ‘boccaccesco’ degli anni ‘70, ma anche candore, neorealismo in salsa di soia, una saga familiare commovente, feuilleton sentimentale e persino un briciolo di noir. Tanti sapori diversi amalgamati con maestria: una ciotola fumante di riso cantonese tutta da gustare.