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Bruceranno come ortiche secche

Bruceranno come ortiche secche

Berlino, anni Trenta. Julian aspetta Nesti, il suo amico, il suo amore, all’Amadeus, il locale di Heino. L’atmosfera è mesta, le abat-jour sono spente. C’è stata una retata poco prima e due uomini sono stati portati via. I locali per gay non sono più tollerati dal nuovo regime di Hitler. Heino è preoccupato, l’Amadeus è tutta la sua vita e per chi lo frequenta un’oasi di tranquillità. Troppe cose stanno cambiando, ma per il diciottenne Julian è solo il silenzio di Nesti a causare turbamento. Si è fatto tardi e deve rientrare a casa per la cena. Suo padre, il famoso avvocato, ci tiene alla puntualità. Da quando sua madre è morta in un incidente d’auto tra loro è calato un pesante silenzio. Le conversazioni, sempre uguali, riguardano: gli studi all’accademia, il nutrirsi e le ragazze. Solo la governante, Frau Blazek, gli dà un po’ di calore. Dopo cena riprova a chiamare Nesti, ma risponde sua madre, già tornata dall’ufficio, quindi riattacca. Lei non sospetta che loro due si incontrano ogni pomeriggio nel suo appartamento. Hanno deciso di non farsi vedere molto in giro per paura di attacchi e offese. Nesti, ventunenne, insegna all’accademia e si mantiene come artista. Julian è benestante e destinato ad un brillante futuro, matrimonio compreso. Gli eventi politici e un arresto daranno un nuovo corso alle loro vite…

Bruceranno come ortiche secche è un romanzo che la Schneider aveva in mente da tempo. Nel 2003 legge una pubblicazione, uscita dagli archivi dell’ex DDR, sulla persecuzione degli omosessuali durante il Terzo Reich. I nazisti avevano distrutto ogni traccia delle persecuzioni e fino al 1990 poche erano le notizie. Da quella lettura scaturisce questa storia d’amore tra due ragazzi, ambientata quando Hitler è appena stato nominato cancelliere. Con precisione fotografica l’autrice fa rivivere il clima di terrore crescente. Per ebrei e omosessuali, la persecuzione è iniziata subito, con retate nei locali ed arresti. Fatti storici puntualmente documentati e finzione narrativa portano il lettore a vivere questo amore, con un forte coinvolgimento emotivo. Non c’è spazio per scene scabrose. I roghi di libri, la messa al bando dell’arte degenerata preoccupano Julian studente dell’accademia. Mentre Nesti, insegnante e artista, deve fare i conti con i nuovi dettami di regime e con sua madre, una delatrice. Nel 1933 l’entusiasmo per Hitler da parte dei giovani è al massimo e chi non è perfettamente allineato alla nuova idea di virilità, è oggetto di scherno. Nel 1935 la persecuzione contro gli omosessuali diventa durissima e per decreto viene introdotta la castrazione chimica. Il padre di Julian e la madre di Nesti sono fortemente devoti alla causa nazista, attivisti fin dalla prima ora, pronti a dimostrare pubblicamente la virilità dei rispettivi figli. I due ragazzi disprezzano i genitori per quello che sono diventati, ma non riescono a distaccarsene perché dipendono da loro. Julian però trova un appiglio, legge segretamente il diario di suo padre e lì scopre un uomo inatteso, che prova sentimenti e nutre dubbi. Sarà proprio questo padre, caratterizzato perfettamente dall’autrice, ad evolvere di più, a sforzarsi di capire e di conseguenza agire per amore di suo figlio, per salvarlo con tutti i mezzi che ha, materiali e morali. In Germania esisteva fin dal 1871, nel Codice penale, il paragrafo 175, che vietava rapporti omosessuali, norma inasprita nel 1935 al punto da rendere possibile la condanna dei gay senza processo. Il paragrafo 175 resterà in vigore in Germania fino al 1994. D’altro canto, bisognerà aspettare il 1990 perché l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) cancelli l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali. Bruceranno come ortiche secche aiuta a non abbassare la guardia sui tanti segnali di intolleranza. All’omofobia crescente di oggi, esplicitata con aggressioni verbali e fisiche. L’ignoranza, cioè, la non conoscenza della storia, porta ad un vuoto di memoria di ciò che è stato. Vengono a mancare i testimoni diretti, ma Helga Schneider con i suoi libri ci vuole ricordare che “Chi non conosce la storia è condannato a ripeterla”.