
Sono la famiglia perfetta, loro tre. Daisy, Millie e Simon. Lui se ne rende conto ed è enormemente grato per questo, eppure se davvero non c’è un limite alla perfezione, perché non aggiungere un altro splendido elemento all’equazione? In fondo Millie, la loro prima figlia, arrivata dopo dieci anni di tentativi e fallimenti, sta diventando grande, un piccolo miracolo che cresce davanti ai suoi occhi, nato nonostante la motilità non progressiva di Simon, un’espressione complicata per dire che le possibilità di concepire erano basse. Ma lei è lì, con la passione per la danza e la voglia di correre, saltare, essere sempre in movimento che hanno i bambini alla sua età. Simon e Daisy dunque possono sperare in un secondo miracolo, alla fine con Millie non sono nemmeno serviti i dottori, è stata concepita naturalmente, proprio quando avevano perso le speranze. Simon vuole un altro figlio, Daisy non ne è così sicura, ma l’entusiasmo del marito la convince a tentare un’altra clinica, un altro dottore, il dottor Martell. “Signor Barnes, non può mettere incinta sua moglie, lei è sterile”, gli dice il medico. Ridicolo, pensa Simon, una figlia già l’ha, no? I dubbi però sono inevitabili, una conseguenza naturale. Forse Daisy ha avuto una relazione extraconiugale, non sarebbe certo la prima donna a tradire il marito, ma la sua Daisy è diversa da tutte le altre, gli resta difficile pensare a lei con un altro, eppure non può che ritenerla una possibilità. Deve bere. L’unico modo per riuscire a non pensare...
Dopo vent’anni di lavoro e ben ventidue romanzi, tradotti in ventisette lingue, Adele Parks ci regala un thriller psicologico schietto e insidioso di cui sono già stati acquistati i diritti cinematografici. L’ambientazione domestica è un tratto fondamentale per questa autrice e Bugie, bugie, bugie, romanzo obbligatorio per chi ama la tensione e i colpi di scena, non è da meno. Segue infatti le vicende, dal 2016 al 2019, di un matrimonio che si sta sgretolando. È necessario andare a fondo per approcciarsi ad una storia così radicata nelle personalità controverse di Daisy e Simon, nei loro ricordi, abitudini, case, tutto ciò di cui si compone la loro esistenza. Per capirli bisogna scavare, guardare oltre la perfezione formale di una coppia che però di perfetto non ha nulla, se non il ricordo di una proposta memorabile. Sono troppe le bugie che fino a quel momento si sono detti. Tante le bugie che credevano di meritare, quelle di cui avevano bisogno. Quando Simon, dopo il lavoro, va al pub e beve troppo dice a Daisy che non deve preoccuparsi, e lei gli crede, e gli crede anche quando, in preda al post-sbornia, dice che smetterà. Ma poi non cambia nulla, tutto torna uguale, in fondo, pensa, come Simon potrà mai smettere di bere in una società in cui il binge drinking è ritenuto normale, divertente, socialmente accettabile?