Salta al contenuto principale

Buongiorno, lei è licenziata

buongiornoleielicenziata

Angela oggi ha cinquantanove anni, ha lavorato per anni alla Cebi, un’azienda nel torinese che fabbricava “il bianco”, cioè i componenti per le resistenze degli elettrodomestici e riforniva compagnie del calibro di Whirpool e Indesit. La Cebi smette di produrre nel 2009 e Angela, che all’epoca aveva quarantotto anni, rimane improvvisamente senza lavoro, insieme a centinaia di persone. Il problema di quando si resta senza lavoro a una certa età è che non è facile reinventarsi, soprattutto perché il mondo del lavoro ti vede come troppo grande per poter investire su di te. Angela si iscrive a tantissime agenzie interinali, lavora a chiamata, ma, essendo anche una sindacalista, non riesce a restare impassibile davanti a certe condizioni di lavoro… Rosanna di anni ne ha cinquantatré e dopo tanti anni passati a lavorare per l’Agrati viene licenziata nel 2014. L’Agrati era un’azienda leader nella produzione di viti e bulloni per il mercato automobilistico che di punto in bianco annuncia la cessazione dell’attività: il 30 gennaio 2014 alle ore 17:30 arriva in fabbrica la notizia che lo stabilimento avrebbe chiuso in settantacinque giorni. Sono stati giorni di disperazione, lotte e manifestazioni, ma a nulla sono valsi… Anna lavora alla Savio dal 2003 ed è anche una rappresentante sindacale interna, quindi sa prima degli altri che le cose non vanno. È il 2017 quando arriva la notizia che ci sarebbero stati licenziamenti collettivi, probabilmente a causa di alcuni investimenti sbagliati, che hanno causato un buco non sanabile nel bilancio. Il 30 gennaio 2017 Anna viene chiamata in ufficio e le viene consegnata la lettera di licenziamento…

Torino e tutto l’hinterland sono stati investiti da una grave crisi industriale nell’ultimo decennio. Quella che era la capitale italiana dell'industria metalmeccanica ha subito gravi danni, che ovviamente si sono tradotti in licenziamenti di massa. Dal 2008, anno di inizio della crisi, al 2021 si stima che siano andati persi trentaduemila posti di lavoro, scrive l’autore, ma oltre ai dati ci sono persone, famiglie e storie. “Buongiorno, lei è licenziata” è una raccolta di vissuti di alcune donne che hanno perso il loro lavoro in questi anni. Il progetto è stato ideato dalla FIOM-CIGL di Torino, che negli anni si è battuta a fianco di lavoratrici e lavoratori, assistendoli e supportandoli. Edi Lazzi, segretario generale della sigla sindacale citata, ha deciso di raccogliere le storie di dieci donne lavoratrici nel settore industriale che da un giorno all’altro si sono trovate senza lavoro e delle conseguenze che questo ha avuto nelle loro vite. Dalle loro interviste nascono dieci racconti che si focalizzano sull’aspetto umano e pratico che segue un licenziamento, sul futuro ignoto che parte sempre con la stessa domanda: “E ora cosa faccio?”. Perdere un lavoro è sempre difficile, perderlo quando si è “troppo” è ancora peggio: troppo grandi per poter iniziare un nuovo percorso, troppo giovani per la pensione; troppo qualificati per un lavoro, troppo poco per un altro. Questo riassume bene il limbo in cui si sono trovate le donne di questi racconti, ma che sono solo una piccola parte in rappresentanza di un fenomeno enorme e drammatico.