
Il sogno di ogni adolescente, dagli anni Sessanta in poi. La meta ultima di chiunque senta di non avere radici, di voler “andare lontano”, di appartenere alla libertà e di desiderare una gioiosa anarchia. Il paradiso di chi vuole liberarsi delle imposizioni sociali. Quante volte abbiamo pensato che lì, tra le colline ondulate, la spiaggia, i marciapiedi sui quali fare acrobazie con lo skateboard, la musica e le persone che sembrano sempre aver capito qualcosa in più di noi, la vita sarebbe perfetta? Eppure, questa terra promessa ha dei segreti. La California e la fine del sogno che le gravita attorno. Lo stato più controverso degli USA. I tram che attraversano la città di San Francisco, trasportando da una parte all’altra i turisti eccitati al solo pensiero di calcare il suolo di quelle città che pensavano di poter vedere solo nei telefilm anni ’90, lasciano il posto, con l’arrivo della notte, ai senzatetto, alle loro pericolose gerarchie e alle lotte per la sopravvivenza. Senza nessuno che adotti meccanismi concreti per metterli a riparo. La Bay Area e la Silicon Valley, luoghi che hanno creato una vastità sconfinata di nuove possibilità e posti di lavoro, ma che hanno anche portato a popolare la California di stranieri venuti da tutto il mondo, emarginati, per toccare con mano ‘il progresso’ ed ‘il futuro’. Los Angeles, la città che deve il suo lustro a due tesori: il petrolio ed il cinema. La città degli angeli o, per meglio dire, degli angeli caduti. Il paradiso della ricchezza, della natura, baciato da raggi del sole che non hanno rivali in nessun’altra parte del mondo, corrotto dalla droga, dalle gang, dalla prostituzione e da una politica che guarda e tace. Perché la golden light dello Stato più agognato è oscurata da così tante ombre? Perché la California è la patria delle mere belle intenzioni...
Francesco Costa, giornalista e vicedirettore de “Il Post”, produttore del podcast Morning e saggista, torna a ribaltare il pensiero collettivo europeo sul Paese più sospirato, quello verso il quale ognuno di noi sogna di volare: gli Stati Uniti d’America. Dopo Questa è l’America e Una storia americana torna in libreria con il suo nuovo California: il saggio che, con uno schiaffo in faccia, ci sveglia da una vita in trance. L’obiettivo dell’autore non è certo quello di considerare un povero illuso chiunque decida di prenotare un volo verso la California - voglia che in realtà aumenta a dismisura dopo averne compreso, grazie alla lettura, tutte le sue incongruenze. Vuole invece dare forma al famoso e mai banale detto ‘non è tutto oro ciò che luccica’ e niente è più vero che nel Golden State. Ognuno degli otto capitoli che compongono il saggio analizza un aspetto fondamentale della cultura, della storia, della conformazione geografica e di quella politica californiana. L’analisi vuole rispondere alla domanda “È davvero possibile vivere in California?”. I casi riportati vogliono confutare questo pensiero, mettendo in luce condizioni di vita difficili da sostenere. Le principali città californiane, sviluppate orizzontalmente invece che su modello verticale, preferiscono ergersi in villette con giardino piuttosto che in palazzi che possano ospitare un numero più elevato di persone. Perché? Perché altrimenti si perderebbe lo stereotipo di perfetta famiglia americana con il giardino in cui fare il barbecue, il garage ed il vialetto per parcheggiare il proprio pick- up ed il cane che scava nell’erba. Inoltre, perché dare spazio a chi viene dal resto del mondo? Lo stato che si pensa come il più inclusivo e idealista, vive in realtà nell’ottica ‘not in my backyard’. Va bene dare un luogo sicuro ai senzatetto, va bene difendere le persone di colore dalle discriminazioni, va bene fornire strutture per i tossicodipendenti, va bene il progresso. A patto che tutto questo stia lontano dagli occhi e dalle villette dei californiani. Sono tante le cose che si possono trovare scavando, anche non troppo in profondità, in questa terra che, a pensarci, non ha mai perso l’anima ereditata dai tempi del Selvaggio West. Oltre all’oro, al petrolio e alla Faglia di Sant’Andrea, si nasconde altro sotto il suolo della California e Francesco Costa lo ha magistralmente riportato in superficie.