
Alex arriva a Saint-Jean-Pied-de-Port, in Francia, verso le sette di sera. È maggio. Fa freddo, è umido e piove. Il paesino è un piccolo e graziosissimo borgo di mezza montagna che quasi immediatamente le provoca un senso di soffocamento, ansia, angoscia, claustrofobia. Trova alloggio in un alberghetto, sistema le sue cose, fa una doccia, consulta la mappa per vedere il percorso che la attende il giorno dopo e legge la guida. Ma è assente, distratta. Ha bisogno di uscire, si sente triste, sola, pentita della decisione che ha preso, si avvia in direzione di una birreria che le ha indicato l’albergatrice e mentre la cerca riflette. Riflette sul suo ultimo anno di vita, che l’ha vista frequentare corsi motivazionali di yoga, fabbriche della felicità gestite da sciamani, yogi, esperti di psicologia cognitiva, rimedi alternativi, musicoterapia, medicine per l’anima, leggere libri sul karma e la reincarnazione, andare in analisi e iscriversi a una chat. E continua a essere un criceto che corre sulla ruota delle solite dipendenze e delle solite nostalgie: tanto che anziché coltivare l’ironia ha scelto di imbarcarsi in un’avventura che le appare sempre più assurda, fare ottocento chilometri a piedi, il cammino di Santiago...
Viaggiare è una cosa, fare i turisti un’altra: un viaggio è una scoperta. Si torna, se tutte le cose vanno come debbono, diversi da come si è partiti, è un percorso di maturazione, non solo fisico ma anche, per non dire soprattutto, spirituale, che ci sia alla base un’esigenza laica o religiosa poco, per non dire nulla, importa. Serenella Baldesi, che si occupa di architettura ma ama con ogni evidenza la scrittura, che ben padroneggia, e in particolare conosce il cammino alla volta di Santiago di Compostela, rotta di rara suggestione pure naturalistica attraverso Francia e Spagna che i pellegrini percorrono sin dal Medioevo per giungere al santuario presso il quale vi sarebbe, stando alla celebre Legenda Aurea, la tomba dell’apostolo Giacomo il maggiore, narra in prima persona con stile schietto, intimo, colorito, emotivo, ampio, leggibile, semplice, chiaro, credibile, descrittivo e intenso, mai pedante o didascalico, la storia di Alex, cinquantenne scontenta di sé e della sua vita, a cui non va bene né il lavoro né l’amore. Inoltre, ha anche un lutto da elaborare: non sono dunque quelle attraverso i Pirenei le strade più importanti che percorre, ma quelle dell’anima.