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Caos calmo

Caos calmo

Pietro, dirigente di successo di una pay-tv, vive una vita convulsa e ricca di stimoli. Ha una bella compagna, una bambina deliziosa, un bel gruzzolo in banca e la passione per i viaggi. Ma un giorno tutta la sua vita cambia radicalmente. Mentre è in spiaggia a fare surf con il fratello, Pietro salva una donna che stava affogando e quando più tardi torna a casa ansioso di raccontare la sua prodezza, trova la compagna morta. Il dolore per il lutto? Meno forte di quanto ci si potrebbe aspettare. I sensi di colpa per i tradimenti, le bugie, le trascuratezze? Meno forti di quanto ci si dovrebbe aspettare. Rimasto solo con sua figlia, Pietro decide di rovesciare del tutto la sua scala di valori e di passare le sue giornate fuori della scuola elementare dove va sua figlia, in macchina. I colleghi dapprima pensano che si tratti solo di una reazione momentanea e comprensibile, poi man mano si abituano all’idea che d’ora in poi Pietro lavorerà da quella macchina parcheggiata. Il suo gesto simbolico è un sasso gettato nello stagno, una scintilla di disordine che gradualmente diventa un incendio e sembra coinvolgere anche i suoi colleghi e le complesse strategie aziendali del network televisivo...

Sandro Veronesi è un grande scrittore, e quindi padroneggia la parola con abilità e competenza: sa quando e come colpire, emozionare, alludere, commuovere, indignare. E in questo Caos calmo ha lo spazio per fare tutto questo, mentre esplora l’anima di questo manager di successo che sembra voler espiare le sue colpe scegliendo di mettere la figlia davanti a tutto. Ciò che lascia perplessi è che facendo questo Pietro non mostra propriamente un coraggio da leone, perché non solo – grazie alla sua posizione sociale – non viene licenziato, ma anzi gli viene offerta la poltrona più ambita nella sua azienda, e grazie a telefonino, notebook, internet e fax Pietro è perfettamente in grado di svolgere il suo non massacrante e ottimamente remunerato lavoro anche da una macchina parcheggiata, tra una chiacchierata con una bidella, un pensiero di tenerezza nei confronti di un bambino down, un ammicco ad una ragazza che va a portare a spasso il cane e un abbraccio (malizioso) con la bellissima sorella della compagna morta. Il riscatto tutto fumo e niente arrosto di un freddo privilegiato con la coscienza sporca? Forse. Veronesi non si schiera. In compenso ci inebria con una prosa scintillante, intimista, moderna, senza ipocrisie. Anche se qualche taglio avrebbe giovato.