
Nella tranquilla Deadwick nessuno si sarebbe mai aspettato una cosa del genere. L’ex infermiera Patty Watts è sempre stata un’amica fantastica, una vicina di casa rispettosa e una cittadina responsabile. Ma soprattutto, si è sempre dimostrata una mamma fantastica per la sua Rose Gold: quando il padre della ragazza le ha lasciate, Patty si è fatta carico della vita della figlia tutta da sola. I primi problemi, però, sono cominciati quando i sintomi di Rose Gold hanno iniziato a manifestarsi, peggiorando poi di giorno in giorno. Nonostante tutte le visite presso gli studi dei tanti specialisti da cui Patty accompagnava sua figlia, e nonostante i continui e prolungati ricoveri in ospedale, Rose Gold non accenna a guarire da quella strana malattia a cui nessun medico riesce a dare un nome. Fino al giorno in cui la ragazza non ritrova uno strano flaconcino in fondo al cassettone della mamma: da quel momento i suoi sintomi sono scomparsi d’improvviso e Patty è stata portata dietro le sbarre. Ora che la sua pena sta per volgere al termine, però, Patty è pronta a tornare tra gli uomini liberi e Rose Gold sembra davvero intenzionata a riaccoglierla fra le sue braccia. Sono i cittadini di Deadwick, invece, a non essere pronti a riaccettare la loro vecchia amica come se non fosse successo nulla. E forse nemmeno Rose Gold è più la stessa ragazza malaticcia e ingenua di un tempo. Negli anni che la madre ha scontato in carcere, la ragazza ha costruito con fatica una vita tutta sua, ha spesso dovuto sopportare risatine di scherno e bulli impertinenti. Ma forse nessuno dei mostri che ha incontrato sul suo cammino le ha mai fatto più paura di sua madre…
Al netto di qualsiasi giudizio morale mai veramente espresso dall’autrice, Stephanie Wrobel scrive una storia davvero coinvolgente, capace di tenere il lettore con il fiato sospeso fino all’ultima pagina del suo romanzo. L’utilizzo della narrazione in prima persona qui non serve tanto a creare empatia tra il lettore e i personaggi ma ad abbattere la parete che si instaura normalmente attraverso le pagine di un libro, scaraventando chi legge all’interno della storia. La Wrobel invita, con le sue parole, a guardare due donne così profondamente unite, ma principalmente per notarne le profonde differenze. I nove mesi della gravidanza in cui madre e figlia hanno vissuto in simbiosi, sembrano essersi oltremodo prolungati per Patty e Rose Gold che hanno continuato a vivere in funzione l’una dell’altra almeno fino al processo, un evento non facile per nessuna delle due. L’autodifesa estenuante di Patty, decisa a non incidere la sua immagine di madre modello, e lo sforzo sovrumano di Rose Gold, intenzionata a ricostruirsi una vita al di là della fama che le hanno riservato i giornali scandalistici, vengono presentate con distacco al lettore pur se l’autrice ne mette a nudo i pensieri più reconditi e spesso inconfessabili. Lo stile asciutto e diretto che trasuda da queste pagine tratteggia due donne forti e volitive, temprate dalle tante sofferenze che la vita ha posto sul loro cammino. Così facendo, se a Patty e a Rose Gold non viene risparmiata l’amara consapevolezza di tutto il male che hanno causato e di cui sono state vittime spesso innocenti, al lettore viene data la possibilità di sentirsi assolto da tutte le miserie quotidiane che, al confronto di quelle della famiglia Watts, risultano delle semplici ragazzate.