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Carafa – Il sigillo del Cristo Velato

Settembre 2020, Napoli. Antonio, servitore di una nobile napoletana e scelto come custode del tempio è letteralmente pietrificato dalla paura. Si trova nella Cappella di Sansevero, sono le 7 del mattino e il “Cristo Velato” non c’è più. Ma il suo posto non è vuoto, bensì la statua è stata sostituita con il cadavere di un vecchio, 'nu muort' accis'. Antonio è spaventatissimo anche dall’idea che il delinquente, l’assassino, possa essere ancora dentro la Cappella. Si muove con attenzione, controlla ogni angolo, quindi scappa via a gambe levate dalla porta d’ingresso. È come un fulmine, gli fugge persino il cappello dalla testa, ma non se ne cura. Continua a correre, a scappare. E mentre sta per girare lungo il vicolo San Domenico, si scontra con la sua principale, la nobile Fara d’Aquino, quasi travolgendola. Le racconta con grande foga quello che è successo, tutto quello che ha visto dentro la Cappella e lei lascia cadere la cartella di documenti che aveva con sé perché stava andando in ufficio. Decide allora di seguire il suo servitore e andare a controllare e quando vede con i suoi occhi il cadavere al posto del Cristo Velato, in una pozza di sangue, con i soli indumenti intimi e una ferita sul petto e che Antonio le ha detto la verità, sviene, sopraffatta dalle emozioni. Qualche ora più tardi il cardinale di Napoli, nel Duomo di Santa Maria Assunta, per l’inizio delle celebrazioni in occasione della festa del patrono, comunica ai fedeli che il sangue di San Gennaro non si è liquefatto...

Affascinante, riga dopo riga, perché la storia, sempre più intrigante si intreccia in secoli differenti, in storie di famiglie in vista, con personaggi misteriosi e accattivanti come può essere Raimondo di Sangro, principe di Sansevero (l’alchimista), opere di rara bellezza come il Cristo Velato, la massoneria, i Gesuiti, Napoli, le famiglie storiche e importanti che hanno espresso reali e papi e di certo esponenti della nobiltà più in vista. L’autore non ci fa mancare nemmeno la camorra che in questo intreccio ci va a nozze. Insomma gli ingredienti ci sono tutti! Quello che un lettore non si immagina è che mescolandoli tutti insieme ne venga fuori un risultato così interessante. La location di tutte le situazioni è Napoli, soprattutto i suoi palazzi storici e nobiliari e i suoi sotterranei, quella fitta rete di cunicoli e gallerie che si presta particolarmente a un thriller. Ed è infatti proprio nel “ventre di Napoli” che accadono gli eventi più sorprendenti. Il lavoro di ricostruzione storica è mescolato a una fervida fantasia, con la quale l’autore ha dato “quasi” soluzione a un mistero di secoli, inserendovi anche qualche diavoleria moderna e parecchi escamotage, frutto di una interessante inventiva. E tra omicidi, rapimenti, guerre tra gesuiti, nobili e camorristi, non mancano le storie d’amore, antiche e moderne, per le quali si prova subito un moto di tenerezza e istinto di difesa, pur se i finali di tutte lasciano l’amaro in bocca. Sopra tutto, poi, c’è la fantastica opera del Cristo Velato e una sparizione (ma in fondo non del tutto) capace di far gelare il sangue anche... a San Gennaro!