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Casinò Hormonal

Casinò Hormonal

Prima di quel giorno Sandrino e Diego, amici per la pelle, si divertivano a commentare le azioni dei calciatori del cartone animato Holly e Benji. Quel giorno invece è cambiato tutto; la consueta telefonata di Sandrino non ha per oggetto le inverosimili imprese di quei calciatori dagli occhi grandi provenienti dal Sol Levante, ma consiste nell’ordine perentorio di far venire Diego immediatamente a casa sua. Pronto e in sella alla mountain bike, Diego attraversa quasi tutta la sonnolenta Vercelli per recarsi dal suo amico e nemmeno una volta raggiunta la sua casa, situata in una zona centrale di quella cittadina da cui tutti tendono ad andare via, quell’alone di mistero viene scacciato. I due, attenti al più impercettibile movimento, si dirigono verso il tinello dove, nascosta in una credenza difficile da raggiungere, trovano una scatola, l’oggetto della segretezza delle comunicazioni di Sandrino. Nella scatola ci sono molte riviste intitolate “SuperSex”, un vecchio fotoromanzo pornografico degli anni ’70 in cui il protagonista, una sorta di Superman al testosterone, decide di trascorrere il suo tempo con una o più donne, in un groviglio di sesso e sintassi elementare fatta di mugolii e frasi incomprensibili come “Ifix, Tcen Tcen!”, la parola magica che il supereroe pronunciava per far cadere ogni donna ai suoi piedi…

Nome di punta della casa editrice Las Vegas, Gianluca Mercadante torna in libreria con la riedizione di Casinò Hormonal, progetto nato quasi per gioco e pubblicato prima in ebook nel 2013, poi cartaceo nel 2015 e ripubblicato nel 2018. L’attitudine punk e scanzonata dell’autore originario di Vercelli si vede sin dalle prime pagine, in cui ci si cala in medias res nella vita del “geyser della bassa piemuntèisa”, l’attore porno Diego, che da anni con il suo amico d’infanzia Sandrino – regista – forma uno dei binomi più affiatati del mondo pornografico in salsa italica. L’intera opera è sia un viaggio nel mondo della pornografia di casa nostra, con ricostruzioni certosine di set, tecniche registiche e non, e un linguaggio estremamente preciso e accurato, sia un viaggio nelle incertezze di un uomo che da Superman del sesso si trova costantemente a dover fronteggiare l’impossibilità di trovarsi incerto sull’arcione, per scomodare una canzone di Fabrizio De Andrè con testo di Paolo Villaggio. Diego e Sandrino viaggiano in lungo e in largo per la penisola, in cerca di opportunità e stimoli lavorativi, ma anche per ritrovare se stessi in una divaricazione tra realtà e fiction sempre meno marcata. Per alcuni aspetti vicino al Palahniuk di Gang Bang Mercadante fa sentire il punto di vista di Diego, uomo normale in un contesto sopra le righe che nell’Italia del 2018 fa ancora gridare allo scandalo e a una pruderie di facciata, e lo fa senza volgarità gratuita ma piuttosto con un utilizzo del calembour e del doppio senso che non può non strappare un sorriso anche al più bacchettone dei lettori.