Salta al contenuto principale

Cassonetti

Cassonetti
Peter, studente di Psicologia all’Università di Padova, vive attanagliato nella morsa della depressione. Non vi è nulla che riesca a dare un senso alla propria esistenza o che possa rimuovere il suo stato di apatia, a parte la nutella e le inserzioni matrimoniali. Gli altri ragazzi che dividono l’appartamento con lui non se la passano certo meglio. A cominciare da Davide, insieme con il quale, per combattere la noia, di notte rovescia in mezzo alla strada i cassonetti dell’immondizia e suona i campanelli delle abitazioni. Diego, invece, divide le proprie velleità in uguale misura tra reggiseni da slacciare e ideali marxisti; mentre Matteo è il solo incline a mantenere in ordine la casa e a tenersi alla larga da tormentati coinvolgimenti sentimentali. Immobili come Tantalo nel suo specchio d’acqua, tutti e quattro non fanno che iterare la litania della mancata adesione al mondo che li circonda, lasciando che il trascorrere del tempo li sorprenda, nel corso di tre giornate distanti un anno l’una dall’altra, a sovrapporre le proprie vicende senza una logica soluzione di continuità… 
Segnatevi, tra i giovani italiani esordienti, Gianluca Antoni e il suo Cassonetti. Il senso di questo libro si rivela sin dalle prime pagine, in certo modo programmatiche. Con uno stile serrato e asciutto lo scrittore senigalliese traccia il quadro di una compagnia di studenti universitari, che dividono il proprio tempo tra momenti di amaro sconforto e velleitari tentativi di rivalsa. La forza narrativa di questa storia non deriva da armonia espressiva o da fini intagli psicologici, ma da una persistente angoscia esistenziale, che pervade tanto i personaggi quanto il ritmo stesso delle frasi. La scelta dell’autore di affidarsi a una regia collettiva s’addice a un disegno unitario e molto efficace di comunicazione del disagio giovanile, che porta in luce una strana, imprevedibile tenerezza. Il lettore si appassiona e simpatizza con quei piccoli eroi sbandati nelle scanzonate imprese goliardiche, li compatisce nei tormenti delle disavventure amorose e si commuove nelle inevitabili fragilità di un’ansia irrisolta, tra il fulmineo balenare della speranza e lunghi assolo di tristezza.