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Cemento armato di Santa Pazienza (Poesie 1993-2018)

Cemento armato di Santa Pazienza (Poesie 1993-2018)

Abbandonarsi all’oblio, scivolare nella dimenticanza “... come una cartolina senza indirizzo ...”, per poi risollevarsi e guardare in faccia il destino consapevole della propria natura, ripetendosi “... questa volta faccio sul serio!”, mentre intorno al poeta si diffonde il rumore dei mezzi di comunicazione in una moltitudine sonora inarrestabile. Il linguaggio allora va contro i buoni propositi, perché nel reiterare della banalità la parola viene svuotata del suo valore semantico, l’unica via per riconquistare l’ordine delle parole, che equivale all’equilibrio della mente, è una discesa nell’animo, sempre più in profondità, “... lenta e incessante discesa / verso l’ombelico del mondo, / o il centro dell’esistere, ...”, memoria della discesa ungarettiana nel porto sepolto. Ma il caos resta inalterato all’esterno, l’occhio del poeta nella sua analisi vorrebbe penetrare con pazienza certosina ogni oggetto, ma riesce a cogliere solo l’essenza di una realtà che è come un “... giardino, orfano del suo disegno originale, ...” completamente abbandonato alla devastazione operata dalle erbacce. Anche quella dello sguardo è una discesa in profondità, per raggiungere con gli occhi della mente le ere storiche e gli eventi che le hanno caratterizzate, “... gli ultimi giorni i Pompei e dell’Impero di Roma / la lenta agonia di Bisanzio, ...” fino all’origine, il momento per una nuova genesi nella discesa dello sguardo e dell’anima, una fantasia assoluta per separarsi dall’immanenza. L’origine si concretizza nelle rovine della civiltà “... nel luminoso oblio / della nostra catastrofe.”, da questo momento il poeta può riprendere la sua esperienza esistenziale per dare un altro significato al suo agire e, nella logica conseguenza, al linguaggio, che necessariamente resta l’unico strumento per stabilire al fine un contatto con l’umanità. Si muoverà tra la luce e l’oscurità, tra giorno e notte, ma quest’ultima è portatrice di inganni, di “... false partenze, fogli imbrattati da macchinosi imbrogli ...” da cui il poeta dovrà difendersi senza lasciarsi vincere dalla paura: la paura è debolezza, è l’incontrastata antagonista dell’intelligenza, è portatrice di false profezie...

Cemento armato di Santa Pazienza: fin dal titolo Lorenzo Pompeo tende a sottolineare la pazienza certosina impiegata nel comporre questa breve raccolta di poesie, che copre un periodo di produzione artistica di ben venticinque anni, dal 1993 al 2018. L’autore si pone un obiettivo effettivamente lodevole: rivalutare il linguaggio, ristabilire un rapporto chiaro e univoco tra la parola e l’oggetto, compiere ordine tra la moltitudine della comunicazione mediatica che non invade solo la quotidianità, ma anche la letteratura a svariati livelli. L’ordine come unica risposta alla confusione, quest’ultima rappresentata dalla fotografia pubblicata in copertina, opera dello stesso Pompeo ritrae un insieme di oggetti moderni di diverso utilizzo, metaforica allusione proprio alla varietà della comunicazione mediatica. E metafore e similitudini sono figure retoriche frequenti nella poesia di Lorenzo Pompeo, che nella sua eccessiva complessità richiede una lettura attenta per andare a scandagliare in profondità i significati che l’autore è interessato a trasmette. Spesso però il suo messaggio appare troppo nascosto, estremamente ermetico non certo nel linguaggio ma nel contenuto, un messaggio poetico probabilmente vicino al sentire dell’autore e al suo universo personale di emozioni e visioni, ma lontano dalla sensibilità del lettore. E tra le tematiche delle varie liriche non sempre è possibile riuscire a trovare degli accostamenti, il discorso poetico portato avanti dall’autore appare in più momenti abbastanza discontinuo. A livello stilistico il ritmo dei versi si coglie in modo chiaro, le liriche hanno una musicalità piacevole e facile da avvertire fin dalla prima lettura, grazie anche al linguaggio mai troppo elaborato, che consente a Pompeo di cogliere il suo obiettivo originario di ripristinare ordine tra parola e significato. Di recente approdato con grande interesse alla fotografia, Lorenzo Pompeo è dottore di ricerca in Slavistica ed è stato collaboratore del Tribunale della capitale. Sposato con tre figli, vive a Roma e in passato si è occupato anche di traduzione di opere dal polacco e dall’ucraino per diverse case editrici. Come organizzatore di eventi culturali ha curato rassegne cinematografiche e concorsi letterari. Dopo la raccolta di racconti Auto-pseudo-bio-grafo-mania (Ibiskos, 2009), ha pubblicato il romanzo breve In arte Jonny. Vita, morte e miracoli di Giovan Battista Cianfrusaglia (CIESSE, 2010). Per la diffusione della poesia ha creato e gestisce il blog www.ilvascellofantasma.it.