
Per dirlo con parole sue, Hermes Stoppani “ha una laurea in lettere moderne, legge oltre cento libri all’anno e ha già frequentato due corsi di scrittura creativa”. In poche parole, è “il candidato ideale a diventare il volto nuovo dell’editoria”. Inoltre, ha anche il libro perfetto, La finestra che affaccia sul nulla, un noir che, come gli scrive l’editore Posto Office a cui lo ha inviato, è paragonabile ai grandi classici del Novecento. Sono talmente sicuri della vocazione al successo dello strepitoso manoscritto da chiedergli un investimento personale di 3500 euro per la pubblicazione. Hermes è pronto da tutta a vita per il successo, da anni è impegnato in un dialogo serrato sul tema con una foto di Hemingway, dalle sue letture di Capote e Salinger ha appreso l’arte degli incipit, ha persino pronte le risposte alle interviste e le frasi a effetto per le presentazioni in Italia e all’estero. Per fortuna ha anche una rete di sicurezza fatta di amici e ben introdotti e ben intenzionati a cui si rivolge per evitare di finire nella trappola della pubblicazione autofinanziata. Innanzitutto Vito, professore di lettere di San Giorgio a Cremano, poi Livia, una compagna di liceo che lavora per una rivista glamour, dulcis in fundo Libero Magri, un pubblicista/editor che lavora presso un’agenzia letteraria piccola ma di belle speranze, “Note a margine”, si prestano alacremente a dargli le dritte necessarie a fare del suo investigatore solitario, amareggiato, insonne (e palestrato), che prevedibilmente è alle prese con un serial killer, un personaggio da scaffale in grado di navigare sicuro nelle acque procellose del mercato infestato da commissari di fama stellare come il pluriacclamato Ricciardi di Maurizio de Giovanni. Hermes all’inizio fa fatica a rimaneggiare il file che ha salvato nella memoria del computer col nome Bestseller, dubita che abbia bisogno di ritocchi, che il suo Vincenzo Capuano debba avere più difetti che muscoli, ma poi si rassegna e il volto, la storia e i comprimari dell’Ispettore Capuano cominciano a mutare. Rinuncia di buon grado persino alla fidanzata di lungo corso residente in un’altra città. Il suo nuovo mantra “cliffhanger, sintesi, verità” si divide i post-it con “chiamare mamma”. Ben presto Stoppani scoprirà come evitare che il suo noir ambientato a Napoli, finisca schiacciato dall’ingombrante presenza del già letto, già scritto, già pubblicato, già sceneggiato…
Catanzaro è un giovane autore napoletano che ha avuto la fortuna di incontrare il favore dell’editoria sin dal primo tentativo fatto con Quattrotretre, ma riesce molto bene a rendere lo stato d’animo di un autore convinto di meritare un trattamento migliore di quello che la realtà editoriale gli riserva. È uno stile accattivante, divertente, forbito, a tratti scanzonato ma mai dispregiativo quello che l’autore mette in campo per raccontare le avventure di un giovane convinto di essere un dono di Dio alla Letteratura e alle prese con i mezzi per dimostrarlo. Ci sono almeno tre piani di lettura ed altrettante storie che si intrecciano nelle pagine del libro: attraverso il punto di vista di un ego ipertrofico ma disposto a tutto perché il mondo riconosca il suo talento assistiamo al dipanarsi di una storia e delle personalità dei suoi protagonisti; c’è la realtà in cui Hermes si muove e da cui attinge a piene mani per costruire i personaggi in modo che l’uomo, o meglio, la donna della strada possa immedesimarsi e affezionarsi tanto da seguirli anche in tutti gli episodi che seguiranno al primo pubblicato; e non ultimi ci sono alcuni interessantissimi personaggi di contorno con vari gradi di onestà intellettuale che rappresentano in maniera efficace e minuziosa la commedia umana che ruota attorno al mondo dell’editoria. Un libro godibile e istruttivo senza cadere nel didascalico, che potrebbe tranquillamente intitolarsi Anatomia di un successo editoriale, e che fa luce nelle trame e nelle strategie, ma ha anche un’interessantissima visione laterale sulle fisime, idiosincrasie, la personalità e le piccole e grandi fisime di un autore che si considera un talento emergente molto prima che altri lo riconoscano come tale.