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Cercasi amore vista lago

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Bianca Maffei ha sempre desiderato, da che ne abbia memoria, diventare un architetto. Riesce a trovare qualcosa di profondamente poetico in una gru e la sua mise preferita comprende caschetto di protezione giallo e scarpe antinfortunistiche rinforzate. Per realizzare i suoi sogni, si è dovuta scontrare con il padre, che avrebbe voluto che la figlia gli succedesse nella sua attività commerciale, e ha preso le distanze dai desideri della sorella gemella Eugenia, molto più femminile e conformista che da piccola, mentre lei parlava esclusivamente di mattoni e opere in muratura, anelava a diventare ballerina con il tutù. E ora, che un architetto lo è diventata davvero, Bianca trascorre le sue giornate nei cantieri, indossando le famose scarpe antinfortunistiche e proteggendosi il capo con il caschetto giallo. In questo momento sta festeggiandola chiusura di un cantiere: ha un bicchiere in mano e brinda insieme al resto della squadra, fatta completamente di uomini con i quali, però, è riuscita a instaurare un rapporto di fiducia reciproca e rispetto. Non può trattenersi troppo, perché il Mat - l’architetto Mattavelli del duo Mattavelli & Tortora, lo studio in cui lavora da dieci anni - l’ha convocata. Tra quindici giorni le scade il contratto, ma non ha dubbi che sarà rinnovato, pensa Bianca mentre raggiunge l’ufficio del capo. Ad attenderla all’ingresso c’è Irene, amica da una vita e compagna di mille avventure. Anche per lei il contratto è in scadenza e non è un caso, quindi, che siano state convocate insieme, sicuramente per ricevere notizia delle condizioni del nuovo accordo. Purtroppo, però, non è così. Piergiorgio Mattavelli comunica alle due donne, che lo guardano con aria sempre più perplessa – prima - e imbufalita – poi - che, a causa di una situazione congiunturale piuttosto sfavorevole, l’architetto Tortora e lui hanno preso la dolorosa decisione di non rinnovare i contratti in scadenza e di azzerare le collaborazioni in essere. In parole povere, c’è posto per una sola tra loro due…

Cosa accade quando ogni certezza si sfalda, ogni sicurezza scompare e ci si ritrova a dover imboccare un nuovo percorso, uno di quelli che mai si sia pensato di prendere in considerazione in precedenza? E cosa avviene, soprattutto, quando ci si accorge che questa nuova strada è sì in salita, ma piena di scorci pittoreschi che fanno bene alla vista e all’anima, così da finire per offrire esperienze che lasciano un marchio indelebile sul cuore? Virginia Bramati - scrittrice milanese - offre al lettore una favola moderna, ambientata ancora una volta a Verate, il paesino della Brianza frutto della sua fantasia e già teatro di vicende raccontate in precedenti romanzi. È lì che Bianca Maffei si ritrova, catapultata in uno stile di vita lontano anni luce da quello per cui è convinta di essere particolarmente portata. Intelligente e dotata di un maggior spirito di adattamento rispetto anche alle sue più rosee aspettative, l’architetta non si scoraggia e riesce a trovare il lato positivo anche in una situazione contingente che all’inizio le sta stretta, ma sa rivelarsi, alla distanza, quanto di meglio possa capitarle. Un nuovo lavoro, nuove amicizie e nuovi scenari accompagnano l’arco di trasformazione della protagonista, che impara a stupirsi di ciò che la vita sa offrire, riesce a creare un varco nel cuore di chi, all’apparenza, sembra sarcastico e cinico, e sa ritagliarsi il proprio ruolo all’interno di una nuova realtà, fatta di complicità, intesa reciproca e solidarietà. Una favola moderna, dicevamo, che racconta i sentimenti - e lo fa con la delicatezza, la leggerezza e l‘acume cui l’autrice ha da tempo abituato il suo pubblico - e indulge in descrizioni di scorci magici, capaci di far apprezzare la vita di provincia, tutt’altro che monotona o sonnacchiosa. Bianca e tutti i personaggi che abitano le pagine della vicenda sono ben caratterizzati dall’abile penna della Bramati, che regala a ciascuno di essi paure, speranze, tic e sogni in cui è facile rispecchiarsi. Una lettura gradevole, consigliata soprattutto a chi non ha perso la voglia di credere in sé e nelle proprie potenzialità.