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Certe morti non fanno rumore

Certe morti non fanno rumore

New York, una (gelida) sera di inizio primavera. Comincia a serpeggiare una notizia, i dettagli e i nomi sono omessi: chi sa, sa. Il più abile e temuto gruppo di hacker al mondo è stato sbaragliato, i membri sono introvabili e tutti i dati e le infrastrutture digitali (anche nel Dark Web) a loro legati sono compromessi. Nello stesso momento, a Milano, Leonardo Artico, esperto di cybersecurity, riceve una mail con un biglietto aereo di sola andata. Mittente: Rachele, una di quelle che donne che “quando entrano in una stanza catalizzano del tutto l’attenzione, innescando una sorta di sospensione temporale”. Altri indizi portano sulle tracce della notizia, ma i messaggi sono confusi e contraddittori come se fossero scritti da qualcuno (o qualcosa) che imita lo stile ma ribalta i contenuti. Artico ha già avuto a che fare, e con successo, con i criminali informatici, però questa volta si sente più coinvolto, personalmente coinvolto. E l’irrompere di una donna dal suo passato non aiuta, anzi. Occorre un soccorso: gli amici fidati, il brillante hacker Roberto e la giornalista Teresa. Insieme cominciano a scandagliare i molteplici tranelli che l’intelligenza artificiale può tendere ai difettosi umani. E quando le A.I. incontrano i nodi della cybersicurezza, il mix diventa davvero esplosivo…

“Le ali senza Icaro possono volare”? La risposta di un filosofo, citato nel libro, è netta: “Non devono volare”. Il tema più irrisolto e in divenire degli ultimi cinquanta (ormai anche sessanta) anni incontra in Certe morti non fanno rumore il tema più attuale: la cybersicurezza, il crimine digitale. Quando eravamo ancora immersi nella quotidianità del lockdown, affaticati dal lavoro da remoto e dalla didattica a distanza, avevamo già la percezione che il mondo mediato dalla rete sarebbe diventato la dimensione prevalente del nostro quotidiano? Ora che siamo tornati a una presunta e variegata “normalità”, c’è ancora qualcosa che rimane di quelle giornate passate su Zoom e Netflix. Viviamo la rete molto, moltissimo, senza sosta. E per la rete passano anche i crimini e le molteplici, minacciose, evoluzioni. “Abbiamo consegnato alla tecnologia e al mondo artificiale il nostro mondo”: proprio così. Ma occorre ancora l’umanità e l’esperienza più carnale per risolvere certi misteri. Per questo intrigo, torna il personaggio che Alessandro Curioni aveva presentato ai lettori nel precedente titolo, Il giorno del Bianconiglio: senza dubbio un personaggio interessante che aveva ancora tanto da esprimere, soprattutto se contornato da compagni (e nemici) altrettanto sfaccettati. In questa spy story, compaiono entità nuove e degne di essere portate all’attenzione, come gli algoritmi stilometrici: intelligenze artificiali capaci di emulare identità altrui. Un po’ come il phishing, quelle mail che riceviamo con tentativi di truffe mascherate da affari, ma senza refusi e traduzioni surreali. Le avventure e disavventure attraversate dall’investigatore digitale Artico sono materia quotidiana per l’autore che, dopo aver esercitato il giornalismo, si dedica oggi alla sicurezza informatica, da formatore, consulente e divulgatore.