
Serena Martini è un chimico, un sommelier ma per una serie di “coincidenze” al momento fa la moglie, la casalinga, la mamma e quindi a dirla tutta ha il suo bel da fare. Vuoi perché per indole è di molto precisina, vuoi perché i ragazzini per quanto “piccoli” sono svegli e molto attivi, il che sia pure in un paesino piccino come quello dove vivono – il paese natale del marito, per inciso – significa correre avanti e indietro per seguire tutto. Dopo averli scaricati a scuola, lei e un numero variabile da uno a tre di altre mamme che non devono fiondarsi in ufficio a timbrare il cartellino fanno quasi sempre una lunga passeggiata che segue un percorso prestabilito, così fra andata e ritorno si muovono il giusto e si rilassano chiacchierando un po’ di tutto. A Ponte San Giacomo, come del resto in quasi tutti i borghi – in provincia di Pisa o meno – ci sono delle cose che non cambiano mai: una di queste sono i gruppi di cicloamatori tipici che ogni giorno si allenano, anche loro su percorsi e a orari stabiliti. L’orario in cui incontrano uno dei due (nello specifico) serpentoni di biciclette, ricorda alle tre donne che oltre alla salute (e al relax) hanno un sacco di cose da fare ed è meglio riprendere la strada di casa. Casa della cui porta di ingresso, Serena si accorge di non avere le chiavi o meglio di averle perse. Entrata fortunosamente grazie a un elaborato trucchetto, nella vana speranza di averle lasciate in casa, Serena rifiuta la gentile proposta di Debora che si offre di accompagnarla nel percorso a ritroso per cercare le chiavi perdute e avvisato Virgilio, il marito scienziato con cui deve trovarsi per pranzo a casa della suocera, si rimette in marcia. Senza rendersene conto - presa dalle più svariate divagazioni mentali e dalla ricerca di un angolo nascosto dove poter dare retta alla natura - si imbatte nientepopodimeno che nel cadavere di un insegnante dell’unica scuola del paese…
Sono anni che Marco Malvaldi condivide la paternità dei suoi libri con la moglie Samantha e finalmente (perché il merito checché se ne dica va riconosciuto) anche lei è in copertina. Il romanzo è bello, un giallo che alterna i momenti di “tensione” che sono fondamento del genere a momenti di calvinistica leggerezza. Ecco a questo punto mi soffermerei sulla leggerezza che è la cifra degli autori. Sorridere e a volte ridere proprio, riconoscendosi; perché questa è la grande magia, raccontare la vita di tutti che non è mai tutta nera o tutta bianca, prendere le piccole manie i difetti o i pregi nostri e di chi ci vive attorno e metterli su carta. Senza svelarvi troppe cose, perché vi auguro di assistere in giro per l’Italia a una presentazione (ne vale la pena, date retta a me), pensate solo a quante persone conoscete che hanno un talento apparentemente inutile che però improvvisamente si rivela essere indispensabile: quante piccole manie, per esempio la raccolta differenziata portata ai limiti estremi, che hanno degli utilissimi e salvifici risvolti. Insomma i Bruzzaldi (crasi approvata dai coniugi) questo fanno. Individuano una trama, compito prevalentemente spettante al Malvaldi, e poi da un lato sfoderano il talento per rendere l’indagine credibile – talento che abbonda in famiglia, a giudicare dai risultati – dall’altro agghindano il tutto con parenti, amici, conoscenti e situazioni vissute, magari esasperandole un po’ (ma nemmeno troppo) per rendere la suddetta indagine solo una parte del romanzo. Riescono in un’impresa che è sempre ardua, ovvero divertire con intelligenza e sfoggiando senza intenzione una cultura a trecentosessanta gradi. Chiaro che se l’intelligenza è un dono divino o di chi per Lui, la cultura è frutto di un po’ di fortuna (che parenti e amici come i loro sono una bella base ma non così facile da avere) e un po’ della voglia di applicare la curiosità a tutto. Ecco che allora un giallo, ribadisco di tutto rispetto, diventa un modo per scoprire cose sulla chimica, sul vino, sulla musica, sulle armi, sulla caccia e financo sulla medicina. Se poi volessimo dirla tutta, si affronta anche un tema sociale particolarmente importante. Il tutto scritto impeccabilmente e facendoci fare tante risate. Scusate se è poco.