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Chiaroscuro

Chiaroscuro

Non sembrano più le stesse persone leggere, entusiaste, capaci di trovare il bello nelle cose di appena qualche giorno prima. “Passo giorni chiusa in casa, a cercare un modo per riconoscermi, tu neanche ci sei. E la cosa che mi viene in mente quale è? La peggiore. Roberta! Che umiliazione”. Federico l’ascolta, fiero della forza e della fragilità. Non sa trovare parole capaci di rincuorarla. Adele è un fascio di nervi e corre in bagno, fruga nell’armadietto bianco, prende una trousse, torna a sedersi sul divano. “Sono stanca”, si sfoga. Senza guardare Federico, apre la scatola dei trucchi, evita di specchiarsi. Prende una bustina di plastica, dentro c’è della cocaina. Recupera un libro dal tavolino e prepara due strisce sulla copertina. Fa un lungo sospiro, si piega, tira con forza. “Adele...” “Vuoi?”, chiede lei porgendogli la trousse. “Che cazzo stai facendo? Dove l’hai presa?” Adele tace, scrolla la testa e torna in bagno per rimettere a posto la piccola scorta. “Adele?” “Vado a dormire”, dice lei salendo la scaletta del soppalco come nulla fosse. Federico resta seduto a rimuginare sui suoi fantasmi, poi va in bagno, piscia, si sciacqua il viso. Alle sue spalle, nello specchio, vede l’armadietto bianco. Si asciuga le mani, lo apre, rovista e trova la cocaina. Chiude la porta a chiave, prepara due strisce sul piano della lavatrice di fianco al lavandino. Tira, intensamente…

Federico Principe è di Reggio Calabria. È un giovane uomo dalle indubbie capacità. È un magistrato. È uno che non ha paura, che dice quello che pensa, in cui crede, che si espone a viso aperto, schiena dritta e voce alta contro il malaffare, la criminalità organizzata, la ‘ndrangheta. Fa un’intervista, e sembra che sia destinato a diventare il prossimo sindaco della città. Ma poi un giorno cambia tutto, all’improvviso, e anche se tutti si fanno in quattro per difenderne l’onorabilità, lui, che non ricorda niente ma sa di non aver potuto mai compiere nulla di male, è costretto a provare a ricominciare a Roma, lontano dalla sua terra, come ha fatto il padre decenni prima, e pertanto anche in lui chi ha fiducia nello Stato vede la prova di un tradimento, lontano dal mare, da quella festa, da quella villa, da quella bella ragazza, dall’alcol, dal sesso, da quel colpo d’arma da fuoco che ha squarciato la notte, dal sangue su quel letto, da quella giovane più morta che viva. Ma il passato, si sa, tende a riaffiorare, come qualcosa di sepolto sotto la neve nel momento in cui la coltre bianca si scioglie… Danilo Chirico è un giornalista e autore, televisivo e non solo, noto per il suo impegno civile, e che ha pubblicato anche numerosi libri. Questa prova narrativa è un classico romanzo di genere, solido, intenso, potente, asciutto, brillante, chiaro, ben congegnato, sviluppato in maniera ampia, armoniosa e variegata, ricca di suggestioni, con taglio cinematografico mai noioso o didascalico.