
Venerdì santo. Mario, altrimenti conosciuto come il Gladiatore, ispettore in prepensionamento, è pronto a gustare la partita della Roma. Ha faticato tanto per spalmarsi su quel divano, colpa di Lidia, croce e delizia. A volte croce, spesso delizia. Quella donna è riuscita a fargli perdere la testa e la loro convivenza, tra un manicaretto e l’altro, tra una puntata tra le lenzuola e l’altra, sembra funzionare. Se non fosse per i capelli, ormai sul viale del tramonto, l’ispettore Fagioli sarebbe proprio del tutto perfetto nel suo fisico asciutto e accuratamente depilato. Ha appena toccato il divano, cercando di schivare le avances di Lidia, che gli avrebbero mandato a quel paese la visione della partita, quando arrivano visite. Una certa Eleonora, carissima amica di Lidia. La pregustata serata davanti alla tv subisce inesorabilmente un arresto. Mario ascolta. Sembra che la madre di Eleonora sia morta per cause poco chiare. Addirittura si parla di omicidio. Gli toccherà vestire i panni dell’ispettore...
Dopo Morte accidentale di un amministratore di condominio, Giuseppina Torregrossa ci regala un altro giallo. In Chiedi al portiere il protagonista è sempre l’ispettore Mario Fagioli, che ha quanto pare è ben lontano da potersi godere la pensione. Il romanzo si apre nel pieno della penitenza pasquale, un Venerdì Santo, preludio della penitenza a cui sarà sottoposto il povero Mario Fagioli. Ancora una volta un omicidio, anzi due. Giuseppina Torregrossa, con la sua scrittura leggera e piacevole, tira fuori un giallo altrettanto leggero, dove il giallo vero e proprio si inserisce in un contesto a tratti folkloristico, intersecato nelle vicende personali del povero Mario Fagioli. Mario sembra spesso la vittima reale della narrazione, letteralmente rimbalzato qua e là dal pressing di Lidia, la sua compagna. Completamente assuefatto, non può tirarsi indietro e si ritrova costretto in una saga familiare che include la sua donna e che quindi si intreccia alla sua vita personale. La Torregrossa anche in Chiedi al portiere riserva un posto speciale al cibo. Anche durante la settimana santa, periodo di digiuno e astinenza, le prime pagine del romanzo trasudano dei profumi di una cucina. Una cena “parca”, di cui ci sembra di sentire il profumo.