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Chiudi gli occhi e guarda

Chiudi gli occhi e guarda
È cosa nota e universalmente riconosciuta (per rubare le parole a una famosa scrittrice) che se ti metti in viaggio il gatto deciderà “di cagarsi addosso quando è troppo tardi per tornare indietro, e tragicamente presto per arrivare a destinazione”. Il gatto in questione è Ciopy, ed è anche lui in viaggio con Corradino e sua madre su una 127 beige: direzione Marina Ligure. È l’estate del ’79, Corradino ha dodici anni, ed è la prima volta che va al Mare. Ai vizi ci ha rinunciato già da un pezzo, ché la mamma fa la sarta e i soldi sono pochi, figuriamoci all’albergo: a Marina li aspettano zia Ferdinanda, zio Livio, Daniela (“maschiaccia e per nulla princifessa”) e il semidio Alessio…
Chiudi gli occhi e guarda di Nicola Pezzoli piace per tre motivi. Perché parla del Mare (sempre rigorosamente con la M maiuscola), quello vero, dove riscopri di avere i piedi (dita e unghie annesse) e la libertà odora di crema solare. Perché racconta gli anni ’70, quelli veri (niente Brigate Rosse, LSD e rock’n roll). Perché Corradino all’inizio del romanzo è un bambino e alla fine non lo è più. Chiudi gli occhi e guarda è un romanzo di formazione con tutti i crismi: ci sono l’estate, gli amici da spiaggia, la scoperta del sesso, della diversità, ed è scritto così bene che pare proprio di essere lì a rotolarsi sulla sabbia con Corradino. Per fortuna che tra un po’ arriva l’estate, così ce lo possiamo mettere nella borsa da mare. Anzi, da Mare.